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La Corte d’Appello di Milano ha confermato le 110 condanne pronunciate in primo grado nel processo nato dall’operazione ‘Infinito’ che aveva smantellato le cosche calabresi in Lombardia. Per una quarantina di imputati le pene sono state ridotte. Tra le pene ridotte dalla prima Corte d’Appello quelle inflitte a Cosimo Barranca (da 14 a 12 anni di carcere), ritenuto dagli inquirenti il capo della ‘localè di Milano; ad Alessandro Manno (da 16 anni a 15 anni e tre mesi), considerato il responsabile del clan di Pioltello e punito con la condanna più severa; a Vincenzo Mandalari, capo della locale di Bollate (da 14 anni a 12 anni e otto mesi); a Pasquale Zappia nominato ‘capo del capi’ in una riunione a Paderno Dugnano nel centro Falcone – Borsellino (da 12 anni a 9 anni). Confermata invece la condanna a un anno e quattro mesi per Giovanni Valdes, in passato sindaco di Borgarello (Pavia), per il reato di turbativa d’asta. La sentenza di primo grado era stata emessa nel novembre del 2011 col rito abbreviato dal gup Roberto Arnaldi. Il 13 luglio 2010 l’operazione ‘Infinito’ aveva portato in carcere su richiesta della Dda di Milano 174 presunti affiliati alla ‘ndrangheta in Lombardia con una sorta di ‘censimentò delle locali, diretta emanazione delle cosche calabresi, nella regione.

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