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PARMA – Ha prima ucciso con un colpo alla nuca un uomo di 50 anni con cui stava giocando a carte, poi ha rivolto la pistola contro la barista, ferendola in modo grave. E’ la scena da far-west consumatasi a Sorbolo, comune della bassa parmense. L’autore, Antonio Muto, operaio di 40 anni residente nel paese, è già stato arrestato dai carabinieri. I militari lo hanno fermato a poca distanza dal luogo del delitto ed ora è piantonato in caserma. Tutto è avvenuto in una manciata di minuti. L’assassino e la sua vittima, Antonio Lapenna, entrambi di origine calabrese, stavano giocando a carte, come facevano spesso all’interno del Bar Noris (locale di via della Rimembranze nel centro del paese) quando Antonio Muto si è alzato e si è recato al bagno. Una volta uscito dalla toilette si è avvicinato alle spalle del cinquantenne e, appoggiata la canna della pistola alla nuca, lo ha freddato con un colpo. Poi ha subito rivolto la pistola verso la titolare del locale, una giovane barista di nazionalità cinese, ed ha sparato due volte. Nel locale in quel momento c’erano diverse persone, che si sono subito gettate a terra, ma Antonio Muto, una volta sparato alla donna, è uscito in strada dove è fuggito esplodendo alcuni colpi in aria. Poi, a poca distanza, è entrato in una gelateria, ha chiesto un bicchiere d’acqua e ha detto al titolare di avvisare i carabinieri. E qui i militari lo hanno poi fermato e trasportato in caserma. Antonio Muto conosceva molto bene la vittima con cui si trovava spesso a giocare a carte. Entrambi sono infatti di origini calabresi, ma per ora si esclude che l’omicidio sia legato ad ambienti della malavita organizzata. L’uomo, con precedenti penali, lavora come operaio in un’azienda della zona. La vittima, Antonio Lapenna, incensurato, era anche lui residente a Sorbolo dove viveva con la moglie e due figli. Non si esclude che l’omicidio sia dovuto a dissidi personali o a un debito di gioco. La giovane barista cinese è invece sotto osservazione nel reparto di rianimazione del Maggiore di Parma. Le ferite riportate nel conflitto a fuoco sono molto gravi ed è in pericolo di vita. L’episodio di oggi è il quarto omicidio dall’inizio dell’anno in provincia di Parma. Il primo risale all’11 gennaio scorso quando a Monticelli di Borgotaro fu trovato senza vita Giuseppe Berni, pensionato di 72 anni. Ad ucciderlo con una massiccia dose di ansiolitici fu Giuseppina Lugari, 63 anni, per rubargli del denaro. Nell’indagine è rimasta coinvolta anche la figlia della Lugari, Sonia Barbieri. Il 13 marzo, nel parco Falcone e Borsellino di Parma, fu invece ucciso con un fendente all’arteria femorale il tunisino Zied Rezgui, ventidue anni. Molto probabilmente un regolamento di conti fra spacciatori. Infine il 4 aprile scorso in un’azienda agricola di Albazzano di Tizzano Val Parma, l’operaio indiano Jaspreet Singh, poco più che ventenne, sfoderò un coltello e colpì il 45enne Rajeev Walia. L’uomo spirò subito dopo mentre l’autore del delitto, in preda ai fumi dell’alcool venne subito fermato

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