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VIBO VALENTIA – Tentato omicidio: questo il reato per il quale il gup del Tribunale di Vibo Valentia, Gabriella Lupoli, ha condannato a 5 anni di reclusione Luigi Mancuso, di 19 anni, figlio del boss della ‘ndrangheta Giuseppe Mancuso di Limbadi, mentre 4 anni ed 8 mesi sono stati inflitti a Danilo Pannace, di 18 anni. I due imputati, giudicati col rito abbreviato, sono stati ritenuti responsabili del tentato omicidio del romeno Ion Sorin Sheau, aggredito e lasciato in strada con il cranio sfondato ed in un lago di sangue il 10 agosto del 2011 a San Gregorio d’Ippona, in provincia di Vibo. Mancuso è stato ritenuto responsabile pure del reato di atti persecutori in quanto non era la prima volta che la comunità romena di San Gregorio veniva presa di mira. La stessa vittima dell’aggressione aveva dichiarato agli inquirenti di essere stato picchiato da Mancuso e Pannace i quali, dopo essergli saliti con un motorino su un piede, l’avrebbero ripetutamente colpito con calci, pietre ed un mattone, sino a fargli perdere i sensi. Il romeno era stato poi portato in condizioni disperate in ospedale a Catanzaro. Per Mancuso, difeso dagli avvocati Guido Contestabile e Francesco Sabatino, è stata disposta quale pena accessoria l’interdizione perpetua dai pubblici uffici, mentre per Pannace, difeso dagli avvocati Francesco Muzzopappa e Francesco Lione, l’interdizione è di 5 anni.
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