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Inaugurati gli “Incontri del tramezzino”. Confronti informali sui temi forti dello sviluppo
Un mosaico per fare la città
Adduce incontra i giornalisti e spiega cosa  sarà Matera nei prossimi anni
I tramezzini sono finiti quasi subito, il confronto è andato avanti molto più a lungo. 
Il sindaco di Matera, che ieri ha inaugurato gli “incontri del tramezzino” ( per comprendere e  far comprendere meglio le line guida dello sviluppo cittadino, del disegno che indicherà il perimetro urbanistico degli anni a venire) ha scelto  una modalità inconsueta perchè è arrivato il momento di «Dire una parola chiara. Manca una visione che ormai – ha spiegato ai giornalisti – non può che venire dalla città». 
L’idea è quella di un puzzle, un mosaico composto da tante tessere, nessuna delle quali può essere tolta definitivamente. 
Tre anni fa l’insediamento di questa giunta e, man mano, la messa a punto (non ancora definitiva) di strumenti importanti come il piano strategico. 
Non è facile pensare ad una città che vuol crescere e che ha dalla sua un passato remoto millenario, un passato recente che ha saputo dare respiro a luoghi come i Sassi e oggi guarda avanti sapendo bene ciò che non vorrà essere: un museo a cielo aperto che non abbia potenzialità adatte a costruire luoghi e territori nuovi. 
Non è più solo Matera 2019 ad impegnare i componenti della giunta e del comitato. 
Welfare, qualità della vita, rigenerazione urbana. 
Le parole chiave sono poche ma ben distinte nella mente anche se è proprio dalla concezione di chi vive la città che si dovrà giungere poi ad obiettivi da realizzare. 
E’ accaduto così a Turku nel 2011, a Tallin nello stesso anno e ora a Marsiglia che nel 2013 rappresenta la cultura europea. 
Il sindaco Adduce lo ha spiegato molto chiaramente: la formula è quella della condivisione come ha dimostrato anche l’esperimento “U monastery” che sta proseguendo  e che ospiterà in città per 4 mesi alcuni osservatori. 
Il sindaco inverte la tendenza che negli anni ha voluto i materani un po’ vittime del proprio vittimismo, abituati più a sentirsi schiacciati dai propri limiti che a trasformarli in potenzialità. 
Non è più il tempo del pianto antico, ha spiegato ieri, fra una tartina con gelatina e un crostino. 
La vicinanza all’hub di Matera, lo sviluppo verso sud ovest, l’incremento dell’asse jonico e adriatico: sono questi i nodi da sciogliere. 
La visione (non onirica) sembra esserci e gli strumenti per renderla reale, anche (fondi Pisus e Fsc ancora da utilizzare, ndr.). 
Per l’assessore comunale all’Urbanistica Ina Macaione, Matera che è percepita come città vivace è anche capitale culturale da mettere a sistema, contesto produttivo ristretto  che però investendo su un nuovo modo di fare impresa, più creativo, diventa vincente. 
E’ un dato, infatti, che nel 2011 l’industria culturale sia stata pari a quasi 157 milioni di euro del valore aggiunto. 
La “Hybrid city” è stata invece parte dell’intervento dell’architetto Tonio Acito, protagonista di una serie di incontri che recentemente hanno toccato gli stessi temi con numerosi categorie produttive e con gli studenti. «Incontri nei quali – ha spiegato – tutti  hanno detto la loro. 
Matera, secondo me, deve essere concepita con tanti tasselli, spostando ognuno dei quali se ne sostituiscono altri, senza mai lasciare, però, spazi vuoti». 
Acito ha volato radente sopra tutti le emergenze della città: dall’ex fabbrica Barilla  al rione Piccianello, dalla piazzetta del Carro trionfale all’ex Mulino Alvino per giungere alla Lucana film commission cui ha lanciato imput da non sottovalutare. 
A cominciare dal progetto di un’area nella quale ospitare veri e propri teatri di posa cinematografici per arrivare al Parco della scultura della Palomba (“una vera clessidra del tempo”), fino alla Cava del Sole (scelta anni fa per ospitare concerti storici) dove ha ricordato il luogo è stato «Scavato dai nostri padri». 
Nessuno potrà stare con le mani in mano e la città dovrà capire che non si può abdicare ad altri il tempo delle scelte in nome di una delega affidata agli esponenti delle istituzioni. 
Le idee di cui si è parlato attendono di diventare realtà. Le slide presentate ieri sono solo il primo passo. 
Antonella Ciervoa.ciervo@luedi.it

I tramezzini sono finiti quasi subito, il confronto è andato avanti molto più a lungo. Il sindaco di Matera, che ieri ha inaugurato gli “incontri del tramezzino” (per comprendere e  far comprendere meglio le line guida dello sviluppo cittadino, del disegno che indicherà il perimetro urbanistico degli anni a venire) ha scelto  una modalità inconsueta perchè è arrivato il momento di «Dire una parola chiara. Manca una visione che ormai – ha spiegato ai giornalisti – non può che venire dalla città». L’idea è quella di un puzzle, un mosaico composto da tante tessere, nessuna delle quali può essere tolta definitivamente. Tre anni fa l’insediamento di questa giunta e, man mano, la messa a punto (non ancora definitiva) di strumenti importanti come il piano strategico. Non è facile pensare ad una città che vuol crescere e che ha dalla sua un passato remoto millenario, un passato recente che ha saputo dare respiro a luoghi come i Sassi e oggi guarda avanti sapendo bene ciò che non vorrà essere: un museo a cielo aperto che non abbia potenzialità adatte a costruire luoghi e territori nuovi. Non è più solo Matera 2019 ad impegnare i componenti della giunta e del comitato. Welfare, qualità della vita, rigenerazione urbana. Le parole chiave sono poche ma ben distinte nella mente anche se è proprio dalla concezione di chi vive la città che si dovrà giungere poi ad obiettivi da realizzare. 

E’ accaduto così a Turku nel 2011, a Tallin nello stesso anno e ora a Marsiglia che nel 2013 rappresenta la cultura europea. Il sindaco Adduce lo ha spiegato molto chiaramente: la formula è quella della condivisione come ha dimostrato anche l’esperimento “U monastery” che sta proseguendo  e che ospiterà in città per 4 mesi alcuni osservatori. Il sindaco inverte la tendenza che negli anni ha voluto i materani un po’ vittime del proprio vittimismo, abituati più a sentirsi schiacciati dai propri limiti che a trasformarli in potenzialità. Non è più il tempo del pianto antico, ha spiegato ieri, fra una tartina con gelatina e un crostino. La vicinanza all’hub di Matera, lo sviluppo verso sud ovest, l’incremento dell’asse jonico e adriatico: sono questi i nodi da sciogliere. La visione (non onirica) sembra esserci e gli strumenti per renderla reale, anche (fondi Pisus e Fsc ancora da utilizzare, ndr.). Per l’assessore comunale all’Urbanistica Ina Macaione, Matera che è percepita come città vivace è anche capitale culturale da mettere a sistema, contesto produttivo ristretto  che però investendo su un nuovo modo di fare impresa, più creativo, diventa vincente. E’ un dato, infatti, che nel 2011 l’industria culturale sia stata pari a quasi 157 milioni di euro del valore aggiunto.

 La “Hybrid city” è stata invece parte dell’intervento dell’architetto Tonio Acito, protagonista di una serie di incontri che recentemente hanno toccato gli stessi temi con numerosi categorie produttive e con gli studenti. «Incontri nei quali – ha spiegato – tutti  hanno detto la loro. Matera, secondo me, deve essere concepita con tanti tasselli, spostando ognuno dei quali se ne sostituiscono altri, senza mai lasciare, però, spazi vuoti». Acito ha volato radente sopra tutti le emergenze della città: dall’ex fabbrica Barilla  al rione Piccianello, dalla piazzetta del Carro trionfale all’ex Mulino Alvino per giungere alla Lucana film commission cui ha lanciato imput da non sottovalutare. A cominciare dal progetto di un’area nella quale ospitare veri e propri teatri di posa cinematografici per arrivare al Parco della scultura della Palomba (“una vera clessidra del tempo”), fino alla Cava del Sole (scelta anni fa per ospitare concerti storici) dove ha ricordato il luogo è stato «Scavato dai nostri padri». Nessuno potrà stare con le mani in mano e la città dovrà capire che non si può abdicare ad altri il tempo delle scelte in nome di una delega affidata agli esponenti delle istituzioni. Le idee di cui si è parlato attendono di diventare realtà. Le slide presentate ieri sono solo il primo passo. 

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