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«Allora qual è il movente? Restivo era sulle scale mobili tre giorni prima con Paola Santarsiere e perché non ha ucciso anche lei?  L’aveva respinto anche lei. Quale motivo per uccidere Elisa preordinando omicidio?». Uno degli avvocati della squadra di difensori di Restivo, Marzia Scarpelli, ha cominciato così la requisitoria  dopo la lettura del testo fatta in aula da Danilo. 

L’avvocato fa notare che c’è «un antefatto: Restivo riferisce infatti una versione sempre riscontrata. Avrebbe potuto dire tranquillamente che aveva concordato un appuntamento, ma Elisa on si era poi presentata».

Scarpelli fa riferimento anche ai processi De Cilis e Gega: «Sono sempre stati sentiti come tetsimoni, ma quelle sentenze evidenziano che nasondono particolari fonamentali.» Certo, Danilo è un ragazzo che «sicuramente non fa simpatia a nessuno, né nel 1993, né oggi. Ma ci sono altre piste che durante le indagini andavano seguite». 

Dura a lungo l’intervento dell’avvocato che dettaglia, spezzetta e mette sotto osservazione diverse parti delle indagini che si sono incrociate nel tempo sul caso Claps. «Le dichiarazioni di Eliana rispetto all’accordo preso con Elisa non sono da nessuna parte, se non nei processi a carico di Eris Gega. Ora, io non credo di poter neanche immaginare il dolore che una mamma può provare perché non sono mamma – dice l’avvocato – ma capisco lo sdegno che si può provare anche per le mie parola. Eppure lo sdegno maggiore dovrebbe andare verso la De Cillis, se si leggono con attenzione le parole che la ragazza ha detto nei diversi processi, come quando nel raccontare di una storia tra Elisa e un militare, attribuisce alla ragazza delel note di cattivaria del carattere». 

La strategia difensiva di Restivo punta molto sulle testimonianze rese all’epoca da Adelaide Masella, che aveva detto di aver visto Elisa sotto il portone di casa poco prima delle 13. Anche altre testimonianze vengono recuperate nella requisitoria. Il teste Carlucci, per esempio, dice di aver «visto Elisa uscire dalla chiesa della Trinità. Un avvistamento perfettamente compatibile con l’orario dell’avvistamento di Masella e quello un’ora dopo dalla sorella Emilia Masella che vede Elisa costretta a salire in macchina bianca, d aun ragazzo con i capelli corti».

«Non ho interesse a proporvi colpevole alternativo – dice ancora l’avvocato – ma voglio solo illustrarvi l’intero compendio probatorio. Tutti gli elemenit di ci vi sto parlando inducono ad allontanare Restivo dall’omicidio». E poi, a proposito della ricostruzione dell’omicidio rispetto agli orari, fa notare: «Alle 11.50, 11.55, secondo l’accusa, inizierebbe la salita di Elisa e Restivo verso il sottotetto. Ci sono 7 rampe di scale da percorrere, con l’ultima da attraversare piegati, per arrivare al sottotetto. Restivo tenterebbe a quel punto l’approccio, avrebbe sferrato le coltellate, trascinato il corpo. Poi, almeno 20 minuti dopo, avrebbe tagliato capelli e tolto le tegole. Tutto questo per essere poi alle 13.15 sotto casa propria. Ma ci vogliono almeno 20 miuti per arrivare dalla Trinità a via Marconi.»

Infine, «chi sa veramente cos’è successo a Elisa Claps sa che dalle 15 in poi la chiesa è a totale disposizione di estranei. Chi avesse voluto portare il corpo di Elisa in quel sottotetto sarebbe stato libero di farlo». Punta il dito dritto contro Eliana: «Eliana sa cos’e’ accaduto e ha taciuto per paura». 



 

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