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COSENZA – I soldi che entravano per gli orfani dei colleghi e per i malati cronici sparivano, in parte, dal palazzo della questura. Una cifra di oltre 45 mila euro, in tutto, in oltre dieci anni di prelievi illegittimi. E secondo l’accusa era proprio all’interno dell’edificio sede della polizia che c’era qualcuno che si appropriava dei soldi, approfittando del posto di lavoro. Dalle indagini è emerso che la responsabilità sarebbe di un’assistente di polizia, Katia Elia, 47 anni, in servizio della Questura di Cosenza.
La donna è stata arrestata oggi su disposizione della Procura della Repubblica della città bruzia con l’accusa di truffa e peculato in relazione ad un ammanco di denaro riconducibile alle somme assegnate dal ministero. Per lei, dopo l’arresto, si sono aperte le porte del carcere militare di santa Maria Capua Vetere.
A far scattare le indagini è stata una vedova di un poliziotto, madre di due bimbi, che ha presentato denuncia contro la responsabile dell’ufficio assistenza della questura.
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