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POLLINO – Da una parte c’è la crisi con i suoi effetti negativi sulle tasche dei cittadini, dall’altra la paura, forse ingiustificata (qualcuno dice «una vera e propria campagna terroristica») per il terremoto. Il Pollino di questi tempi è un po’ questo.
E nonostante i “tentativi” di rilancio, i risultati sono deludenti un po’ dappertutto. Basta sentire gli operatori turistici: le prenotazioni sono in picchiata.
Verso il basso ovviamente. Certo ci sono le eccezioni. Soprattutto i “Bad & Breakfast” che “tengono” grazie anche ai prezzi più abbordabili per le languide tasche dei turisti. Le grandi strutture, invece, risentono eccome del contesto. Non solo devono tener conto di prenotazioni in netto calo rispetto al passato, ma a questo deve aggiungersi il cambiamento delle abitudini del turista.
Se prima riusciva a garantire una sua presenza di almeno 3 notti in una struttura, di questi tempi ne garantisce soltanto una. Ma alla crisi, dicevamo, si è aggiunto un altro elemento: quello della paura per il terremoto. Da quel maledetto ottobre dello scorso anno le cose sono cambiate. E in peggio. Molti hanno disdetto le prenotazioni nel breve periodo (tra ottobre e novembre il turismo in queste zone è stato letteralmente spazzato via dalla paura) e a Natale le cose non sono andate meglio. Anzi.
Se vogliamo vederle nella giusta luce sono andate decisamente peggio con forti perdite per i poveri operatori turistici. Loro ce la mettono tutta. Lo si capisce sentendoli. E se da una parte vogliono “starci” nel territorio offrendo i loro servizi e la loro professionalità, dall’altra constatano che le istituzioni – soprattutto regionali – (sono proprio loro a dirlo) non sempre “accompagnano” il processo che porta a fare del Pollino un attrattore turistico dal respiro internazionale.
A dir la verità la situazione sul Pollino è stata spiegata, anche in tutta la sua drammaticità dal direttore dell’Apt Basilicata, in un documento sul turismo riferito al 2012.
«In negativo invece – spiega – il diffondersi in ottobre delle notizie relative allo sciame sismico che ha interessato parte del Parco del Pollino, con il blocco, di fatto, del movimento turistico in tutta l’area del Parco che sino a quel momento registrava un sensibile incremento. A incidere negativamente sulle presenze è il calo del movimento clienti legato a motivi di lavoro».
Sintomatica, a tal proposito è la testimonianza dell’ingegnere Alfonso Managò, gestore di uno degli alberghi più grandi della zona: il “Parco Hotel Pollino”. «Il turismo – ha detto senza mezzi termini – è sull’orlo del baratro. Noto – ha aggiunto senza un pizzico di polemica nei confronti delle istituzioni locali e regionali – che non c’è nessuna voglia di farlo riprendere. Da qui a qualche anno, se non si inverte la tendenza, il turismo sul Pollino finirà». La crisi, come sottolinea Malagò, ha inciso non poco sui bilanci delle strutture turistiche. Ma quello che ha dato il colpo di grazia è stato sicuramente il sisma che ha colpito la zona nell’ottobre scorso. «E’ stato un terrorismo mediatico» dice sibillino Malagò, sottolineando il fatto che agli esigui danni provocati dallo sciame è corrisposto “un terremoto” per il turismo della zona. Il responsabile della struttura “Parco Hotel Pollino” vede una via d’uscita soltanto «creando una rete tra istituzioni e operatori» che sappiano rilanciare l’intera zona.
Quella descritta da Malagò è una situazione condivisa dai suoi colleghi. Antonio Cavaliere del “Miramonti” di Rotonda va subito al cuore del problema. «La situazione è tragica» dice, sottolineando il fatto che: «Negli altri anni a Pasqua riempivamo la struttura. Quest’anno, invece, le cose vanno decisamente peggio anche rispetto al 2012 che è stato un anno dove la crisi si è fatta sentire soprattutto sulle famiglie. E quando viene meno la famiglia, soprattutto in una struttura come la nostra, la situazione precipita». Crisi economica, ma ovviamente anche il terremoto ha avuto la sua parte. «Nel periodo di ottobre/novembre ho perso prenotazioni per circa 30.000 euro». Perdite enormi, dunque, «nonostante – ha aggiunto Cavaliere – una politica di abbassamento dei prezzi».
«Quello che serve – ha concluso – è un rilancio della zona, con iniziative specifiche che invogliano la gente a preferire questo territorio, ancora tutto da scoprire». Meno drammatica, ma comunque preoccupante la situazione descritta da Carmine Orofino, proprietario dell’hotel “Paradiso” di San Severino Lucano. «Siamo al 70 per cento di presenze che è il 5 per cento in meno rispetto allo scorso anno» esordisce Orofino sottolineando il cambiamento delle abitudini del turista. «Fino a qualche tempo fa rimaneva per qualche giorno nella struttura. Ora invece facciamo pacchetti per un solo pernottamento che vanno dalla domenica di Pasqua fino al pranzo del lunedì dell’Angelo». Ma Orofino allarga il suo discorso. «Pare che la Regione abbia revocato il contributo destinato alle scolaresche o ai gruppi sociali che decidevano di passare qualche giorno in strutture turistiche. Gli effetti già ci sono. Se fino allo scorso anno ospitavamo una settantina di autobus, le prenotazioni al momento sono soltanto 8».
Anche per Vincenzo Romeo della “Locanda San Francesco” di Viggianello la situazione non è delle migliori. «Il fine anno è stato drammatico a causa dell’enfasi esagerata data alla questione relativa al terremoto. Per quanto mi riguarda – ha aggiunto c’è un accenno di ripresa. Ma non basta. Lo si nota dalla poca richiesta che arriva. Speriamo che il futuro sia più roseo». La situazione, dunque, rimane preoccupante. I tentativi da parte anche delle istituzioni di rilanciare l’immagine del Pollino fatta negli ultimi mesi, non è bastata. Serve altro e serve presto. Gli operatori sono stati chiari. A rischiare è un intero territorio, vero fiore all’occhiello per l’intera regione. La sensazione è che se non si corre ai ripari, si rischia un altro terremoto dagli effetti catastrofici. Soprattutto per l’economia locale.
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