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CATANZARO – Si è concluso con sei condanne a pene comprese fra i 14 e i 2 anni di reclusione il giudizio abbreviato a carico di altrettanti imputati coinvolti nell’operazione battezzata «The Wall», diretta contro un’organizzazione dedita al narcotraffico operativa a Catanzaro e con canale di approvvigionamento a Napoli. Il giudice distrettuale dell’udienza preliminare di Catanzaro, Livio Sabatini, ha accolto le richieste formulate all’udienza del 14 novembre scorso dal pubblico ministero, Elio Romano, infliggendo pene di poco diverse di quelle sollecitate dalla Procura antimafia, ed ha condannato Alessandro Critelli a 14 anni e 8 mesi di reclusione (il pm aveva chiesto 16 anni di reclusione); la moglie di quest’ultimo, Maria Passalacqua, a 8 anni (chiesti 14 anni); Giuseppe Lazzarini a 8 anni e 4 mesi (chiesti 8 anni); Domenico Chirumbolo e Antonio Giudice a 4 anni 5 mesi e 10 giorni ciascuno (chiesti 4 anni e 8 mesi ciascuno); Ivan Manfredi a 2 anni e 8 mesi e 14.600 euro (chiesti 3 anni e 4 mesi e 16.000 euro di multa). Le pene sono così scontate di un terzo per la scelta del rito alternativo al dibattimento. 

Per le altre sei persone coinvolte nella medesima inchiesta antidroga, tra le quali il carabiniere Giuseppe Maranzano, 46 anni, in pensione, accusato di corruzione perchè secondo gli inquirenti avrebbe garantito, attraverso il suo ruolo di militare in servizio nel capoluogo calabrese, controlli meno asfissianti nei confronti di un sorvegliato speciale, è in corso il processo davanti al tribunale collegiale di Catanzaro dopo che il giudice per le indagini preliminari ha accolto la richiesta di giudizio immediato avanzata dall’Ufficio di procura. Gli imputati sono stati destinatari di un’ordinanza cautelare, eseguita all’alba del 29 marzo dalla Squadra mobile di Catanzaro con il blitz «The Wall», che ha portato in carcere quattro persone, agli arresti domiciliari altre sette, e una all’obbligo di dimora. Secondo l’accusa la banda di trafficanti era riuscita a monopolizzare lo spaccio di sostanze stupefacenti – eroina, cocaina, crack e kobrett -, acquistate a Napoli e portate nel capoluogo calabrese dai corrieri del gruppo, anche grazie alla partecipazione di soggetti di etnia rom stanziali da anni ormai sul territorio catanzarese.
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