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Presentato  al Campus universitario di Potenza il progetto “Bus. Basilicata & start up”
Così la crisi diventa opportunità La cultura imprenditoriale assente e l’invito: «Prendete in mano le vostre vite» POTENZA – Il messaggio è chiaro: la parola crisi deve essere letta come opportunità. Basta pessimismo, statistiche sul lavoro che non c’è, sui laureati che non trovano lavoro. Dietro la crisi c’è il cambiamento, chi si dispera lo fa perché non riesce a guardare un po’ più in là. E più in là c’è un mondo del lavoro profondamente cambiato, che non parla più il linguaggio dei padri o dei nonni. Su questi assunti si regge “Bus. Basilicata up & start”, presentato ieri nel Campus di Macchia Romana a Potenza. Un intervento attivato con l’obiettivo di sostenere nuove generazioni di talenti, creativi, imprenditori e startupper lucani. Ma che si propone anche – come spiegato da Enrica Marchese del dipartimento Attività produttive della Regione – di avviare un percorso di tipo culturale in una regione dove l’imprenditorialità è ancora a livelli troppo bassi. Di esperienze in questa direzione ce ne sono già, in realtà: per esempio c’è il progetto Nidi -TecNOfrontiere, ideato da Unioncamere Basilicata e dal suo presidente Pasquale Lamorte. Ma questo è un percorso più elaborato e complesso, «un ecosistema dove si metteranno a sistema più soggetti». Un percorso lungo – come sono i viaggi in autobus – e con importanti finanziamenti già a disposizione. Quello che al momento manca sono le idee, i progetti, i giovani disposti a crederci e salire a bordo. Ed è per questo che è stata avviata, proprio all’interno dell’Università, una campagna informativa ad ampio raggio, «anche perché siamo disponibili ad accogliere idee innovative da tutto il Sud». Il progetto si realizza attraverso la messa a sistema di servizi, strumenti, competenze, progetti e azioni resi disponibili da diversi soggetti istituzionali e operatori economici, non solo del territorio ed è promosso da una partnership istituzionale e tecnica composta da Regione Basilicata, Università degli Studi di Basilicata, Unioncamere Basilicata, Basilicata Innovazione e Sviluppo Basilicata SpA, con la collaborazione di Fondazione Cearm- Italiacamp – Fondazione Eni Enrico Mattei – Intesa San Paolo Formazione – Confapi Basilicata – Confindustria Basilicata. «Si tratta di un investimento anche coraggioso in questo momento – ha detto Giuseppe Colangelo, della fondazione Cearm – perchè il nostro Paese ha tagliato il 10% dei fondi all’Istruzione. Una cosa che non ha fatto nessuno in Europa. Al contrario, altrove si investe proprio sui progetti di start up destinati ai giovani». E con questo progetto invece la Regione Basilicata investe sui giovani, non dando loro un contributo o un sostegno economico, ma fornendo loro un bagaglio di conoscenze, per esempio. In modo che si possa possa creare l’imprenditore che si regge perché è stato in grado di crearsi un mercato con o senza soldi pubblici. «E posso dire – continua Colangelo – che il 15-20% dei giovani entrati in questi progetti riesce poi ad avviare le proprie attività. Si tratta di investimenti sicuri, anche se sono a medio e lungo termine». Quali idee verranno premiate? «Tutte quelle ritenute innovative – ha spiegato Vittorio Simoncelli, Sviluppo Basilicata – E si deve guardare laicamente alla parola innovazione: perché innovare è anche leggere diversamente un modello produttivo tradizionale». «Sosteniamo – conferma Andrea Trevisi, di Basilicata Innovazione – idee che possano stare sul mercato. E rivolgetevi a noi con fiducia, perché noi siamo qui per aiutare e sostenere sempre i giovani di talento». Il progetto “Bus”, per sintetizzare, è rivolto a «chiunque abbia un’idea, un’intuizione, una passione, un’invenzione, un progetto d’impresa da realizzare o da condividere con potenziali partner o finanziatori e dunque a studenti, giovani, laureandi, laureati, ricercatori, borsisti, ma anche lavoratori, professionisti, imprenditori». Otto i milioni di euro già finanziati per imparare a fare l’imprenditore, mettendo a disposizione dei ragazzi un ”ecosistema” fatto di servizi, formazione e valutazione del piano aziendale, in grado di sostenere i ”primi passi” del percorso produttivo e promozionale. E il messaggio è: «provateci, perché non è il momento di farsi fermare dal pessimismo – come ripetuto da Raffaele Ricchiuti, di Sviluppo Italia – la sfida è quella di saper guardar lontano. Qui a Dragonetti c’è un’azienda con 15 ingegneri che lavorano con il mondo. E proprio in questo periodo stanno pensando di allargare l’attività». Quindi: «prendete in mano lo sterzo della vostra vita e non ascoltate i padri che vi dicono sempre di puntare al posto fisso». Che in questo momento è il modo giusto per restare senza lavoro. Al tavolo anche diverse testimonianze: quella di chi aiuta le imprese a nascere (Leo Cisotta, Italiacamp; Angelo Bencivenga, Fondazione Eni; Enrica Laveglia, Shell inventa giovani) e quelle di chi ci prova con tutto l’impegno. E poi la testimonianza di Gianluca Dettori, fondatore e presidente di dPixel, laureatori in Economia a Torino «in un momento in cui gli economisti sembrava non servissero più a nulla». E così il laureato senza lavoro si è inventato il futuro e ora è fondatore e presidente di Dpixel, società di venture capital nel settore hi-tech. E siccome l’obiettivo è cercare talenti e idee, gli enti raggiungeranno i giovani in piazza attraverso il Barcamper. Gli interessati, quindi, hanno – oltre alla rete – altre possibilità per conoscere il progetto: dall’8 al 12 aprile il Barcamper farà tappa a Potenza, Melfi, Lauria, Policoro e Matera. Poi non ci saranno più scuse. Antonella Giacummo L’ambizioneè attrarrealtri talentida tuttoil Sud 

Il messaggio è chiaro: la parola crisi deve essere letta come opportunità. Basta pessimismo, statistiche sul lavoro che non c’è, sui laureati che non trovano lavoro. Dietro la crisi c’è il cambiamento, chi si dispera lo fa perché non riesce a guardare un po’ più in là. 

E più in là c’è un mondo del lavoro profondamente cambiato, che non parla più il linguaggio dei padri o dei nonni. Su questi assunti si regge “Bus. Basilicata up & start”, presentato ieri nel Campus di Macchia Romana a Potenza. Un intervento attivato con l’obiettivo di sostenere nuove generazioni di talenti, creativi, imprenditori e startupper lucani. Ma che si propone anche – come spiegato da Enrica Marchese del dipartimento Attività produttive della Regione – di avviare un percorso di tipo culturale in una regione dove l’imprenditorialità è ancora a livelli troppo bassi. Di esperienze in questa direzione ce ne sono già, in realtà: per esempio c’è il progetto Nidi -TecNOfrontiere, ideato da Unioncamere Basilicata e dal suo presidente Pasquale Lamorte. Ma questo è un percorso più elaborato e complesso, «un ecosistema dove si metteranno a sistema più soggetti». 
Un percorso lungo – come sono i viaggi in autobus – e con importanti finanziamenti già a disposizione. Quello che al momento manca sono le idee, i progetti, i giovani disposti a crederci e salire a bordo. Ed è per questo che è stata avviata, proprio all’interno dell’Università, una campagna informativa ad ampio raggio, «anche perché siamo disponibili ad accogliere idee innovative da tutto il Sud». 
Il progetto si realizza attraverso la messa a sistema di servizi, strumenti, competenze, progetti e azioni resi disponibili da diversi soggetti istituzionali e operatori economici, non solo del territorio ed è promosso da una partnership istituzionale e tecnica composta da Regione Basilicata, Università degli Studi di Basilicata, Unioncamere Basilicata, Basilicata Innovazione e Sviluppo Basilicata SpA, con la collaborazione di Fondazione Cearm- Italiacamp – Fondazione Eni Enrico Mattei – Intesa San Paolo Formazione – Confapi Basilicata – Confindustria Basilicata. 
«Si tratta di un investimento anche coraggioso in questo momento – ha detto Giuseppe Colangelo, della fondazione Cearm – perchè il nostro Paese ha tagliato il 10% dei fondi all’Istruzione. Una cosa che non ha fatto nessuno in Europa. Al contrario, altrove si investe proprio sui progetti di start up destinati ai giovani». E con questo progetto invece la Regione Basilicata investe sui giovani, non dando loro un contributo o un sostegno economico, ma fornendo loro un bagaglio di conoscenze, per esempio. In modo che si possa possa creare l’imprenditore che si regge perché è stato in grado di crearsi un mercato con o senza soldi pubblici. «E posso dire – continua Colangelo – che il 15-20% dei giovani entrati in questi progetti riesce poi ad avviare le proprie attività. Si tratta di investimenti sicuri, anche se sono a medio e lungo termine». 
Quali idee verranno premiate? «Tutte quelle ritenute innovative – ha spiegato Vittorio Simoncelli, Sviluppo Basilicata – E si deve guardare laicamente alla parola innovazione: perché innovare è anche leggere diversamente un modello produttivo tradizionale». «Sosteniamo – conferma Andrea Trevisi, di Basilicata Innovazione – idee che possano stare sul mercato. E rivolgetevi a noi con fiducia, perché noi siamo qui per aiutare e sostenere sempre i giovani di talento». Il progetto “Bus”, per sintetizzare, è rivolto a «chiunque abbia un’idea, un’intuizione, una passione, un’invenzione, un progetto d’impresa da realizzare o da condividere con potenziali partner o finanziatori e dunque a studenti, giovani, laureandi, laureati, ricercatori, borsisti, ma anche lavoratori, professionisti, imprenditori». 
Otto i milioni di euro già finanziati per imparare a fare l’imprenditore, mettendo a disposizione dei ragazzi un ”ecosistema” fatto di servizi, formazione e valutazione del piano aziendale, in grado di sostenere i ”primi passi” del percorso produttivo e promozionale. 
Il messaggio è: «provateci, perché non è il momento di farsi fermare dal pessimismo – come ripetuto da Raffaele Ricchiuti, di Sviluppo Italia – la sfida è quella di saper guardar lontano. Qui a Dragonetti c’è un’azienda con 15 ingegneri che lavorano con il mondo. E proprio in questo periodo stanno pensando di allargare l’attività». Quindi: «prendete in mano lo sterzo della vostra vita e non ascoltate i padri che vi dicono sempre di puntare al posto fisso». Che in questo momento è il modo giusto per restare senza lavoro. Al tavolo anche diverse testimonianze: quella di chi aiuta le imprese a nascere (Leo Cisotta, Italiacamp; Angelo Bencivenga, Fondazione Eni; Enrica Laveglia, Shell inventa giovani) e quelle di chi ci prova con tutto l’impegno. Poi la testimonianza di Gianluca Dettori, fondatore e presidente di dPixel, laureatori in Economia a Torino «in un momento in cui gli economisti sembrava non servissero più a nulla». 
Così il laureato senza lavoro si è inventato il futuro e ora è fondatore e presidente di Dpixel, società di venture capital nel settore hi-tech. E siccome l’obiettivo è cercare talenti e idee, gli enti raggiungeranno i giovani in piazza attraverso il Barcamper. Gli interessati, quindi, hanno – oltre alla rete – altre possibilità per conoscere il progetto: dall’8 al 12 aprile il Barcamper farà tappa a Potenza, Melfi, Lauria, Policoro e Matera. Poi non ci saranno più scuse.

 

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