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CATANZARO – E’ stato chiesto il processo nei confronti di diciassette persone coinvolte nell’inchiesta antidroga denominata «Varenne», scattata il 6 agosto scorso contro una presunta associazione dedita prevalentemente al traffico di ingenti quantità di marijuana e hashish, operante a Catanzaro e provincia e con canali di approvvigionamento nella Locride e anche a Napoli.
La Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro ha chiesto il rinvio a giudizio, e l’udienza preliminare per i diciassette indagati avrà inizio il prossimo 24 maggio. Solo dopo il confronto in aula fra accusa e difesa il giudice potrà decidere se e chi mandare sotto processo. Rischiano di finire sul banco degli imputati: Francesco Agostino detto «Ciccio», di 27 anni, residente Marina di Gioisa Jonica; Saverio Agostino, 24 anni, di Locri; Ali Ait Ali Ousadi del Marocco, 24 anni, residente a Borgia; Domenico Amato di Catanzaro, 24 anni; Simone Bevilacqua, 32 anni di Catanzaro; Saverio Chiarella, 30 anni di Squillace; Ivan Commisso, 24 anni di Vallefiorita; Rocco Femia, 31 anni di Catanzaro; Antonio Gallella, 26 anni di Squillace; Giuseppe Ponissi, 31 anni di Squillace; Sergio Rubino, 35 anni di Catanzaro; Nicola Tavano, 36 anni di Catanzaro; Pietro Tieni, 29 anni di Squillace; Rhama Ungaro, 26 anni, indiano residente a Squillace; Francesco Varano alias «Varenne», 27 anni di Squillace; Alessandro Vecceroloque Peroloque, 23 anni; Pina Zangari, 43 anni di Borgia (nel collegio difensivo figurano gli avvocati Alessandro Guerriero, Arturo Bova, Salvatore Staiano, Giuseppe Vetrano, Antonio Ludovico, Piero Chiodo, Nicola Cantafora, Laura Parretta, Antonio Lomonaco).
È stata stralciata, invece, la posizione di Gaetano Gualtieri, 46 anni, di Borgia che sarà giudicato con il rito abbreviato.
L’operazione «Varenne», condotta dalla Guardia di finanza, scattò alle prime luci dell’alba del 6 agosto 2012 per l’esecuzione di un’ordinanza cautelare emessa dal giudice di Catanzaro, Maria Rosaria di Girolamo, su richiesta dei sostituti procuratori Simona Rossi e Vincenzo Capomolla, a carico di dieci indagati – sette finiti in carcere, due ai domiciliari, tra i quali un donna (cui è stata contestata la cessione di dosi di cocaina in cambio di prestazioni sessuali da parte di un soggetto minorenne), ed uno sottoposto all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria -, dopo quasi tre anni di indagini, partite nell’estate del 2009.
Secondo la tesi dell’accusa, il gruppo criminale ricostruito nell’inchiesta, che sarebbe stato capeggiato da Ungaro – all’epoca dei fatti gestore di un autolavaggio a Roccelletta di Borgia utilizzato anche come luogo di incontro e smercio -, avrebbe acquistato per anni droga nella Locride e nel Napoletano per poi rivenderla nell’hinterland del Catanzarese, tenendosi al riparo dai controlli grazie ad un collaudato sistema di «auto staffetta», che accompagnavano i mezzi carichi di droga precedendoli, in modo da segnalare eventuali pattuglie delle Forze dell’ordine presenti lungo il percorso.
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