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VIBO VALENTIA – Tre persone sono state arrestate dai carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Vibo Valentia per il tentato omicidio ed il successivo omicidio di Francesco Scrugli. Quest’ultimo era ritenuto a capo della “società” di Piscopio coinvolta nella faida con i Patania sostenuti dalla cosca Mancuso di Limbadi. Tra gli arrestati ci sono il capo dell’ala militare dei Mancuso e due incensurati che avrebbero fornito supporto logistico agli autori materiali.
IL PARTICOLARE. Un software da applicare sul telefono cellulare per monitorare gli spostamenti delle persone da uccidere. È questo il particolare che emerge dalle indagini dei carabinieri. Le indagini, coordinate dal procuratore aggiunto della Dda di Catanzaro, Giuseppe Borrelli, e dal sostituto Simona Rossi, hanno portato a scoprire che Bartalotta aveva acquistato online un software che aveva applicato sul suo telefono cellulare grazie al quale riusciva a controllare gli spostamenti delle vittime della faida. Bartalotta è accusato di aver sostenuto la faida tra la cosca dei Patania di Stefanaconi e quella dei Piscopisani. È accusato inoltre di concorso nell’omicidio di Francesco Scrugli e nel tentato omicidio di Rosario Battaglia e Raffaele Moscato, avvenuti a Vibo Marina il 21 marzo del 2012. Pantaleone Mancuso detto “Scarpuni”, 52 anni di Nicotera, è ritenuto il regista occulto della faida tra Stefanaconi e Piscopio. Accusato di concorso in un primo tentativo di omicidio ai danni di Francesco Scrugli, avvenuto l’11 febbraio del 2012, è invece Rosalino Pititto, 30 anni di Stefanaconi, che avrebbe procurato le fotografie delle vittime che poi vennero fornite ai killer. Nell’ambito dell’operazione compiuta stamane, chiamata ‘Dietro le quinte 2’, è attualmente ricercato un giovane di 27 anni di Nicotera ritenuto il faccendiere del boss Mancuso.
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