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«E’ NECESSARIO che la Procura di Reggio intensifichi ulteriormente i rapporti con gli altri uffici, nei cui territori opera la ‘ndrangheta», annuncia il neoprocuratore di Reggio Calabria, Federico Cafiero De Raho, in un’intervista rilasciata a Radio 24. Cafiero De Raho, è stato scelto dopo oltre un anno di vuoto. Nomina rallentata anche per via dell’ inchieste napoletana su Berlusconi-De Gregorio, da lui coordinata? «Lo escludo», commenta rispondendo alla trasmissione “A Ciascuno Il Suo”. Il procuratore anche traccia le linee guida del suo futuro impegno a Reggio Calabria e un bilancio di anni di lotta alla camorra, «fin da tempi in cui nessuno sapeva chi fossero i casalesi. Ora mentre sul casertano sono stati conseguiti risultati visibili, altrove, come nell’area di Secondigliano e Melito, la presenza di gruppi in lotta tra loro fa sentire la gente insicura».
Sul rogo della Città della scienza, Cafiero dice che «è come uno dei più gravi omicidi commessi. Ma questi fatti – aggiunge – fanno svegliare anche quelli che sonnecchiano e sono pronti a reagire». Tra i vari temi toccati nell’intervista con Raffaella Calandra, anche la fiction sui casalesi e sulle mafie in genere. «Determinano la convinzione – sostiene Cafiero De Raho – che il capoclan è un uomo forte, invece è l’inverso: è destinato al carcere o a morire. Lo Stato è molto più forte, ma non si riesce a rappresentarlo in modo corretto. E allora si mitizza il boss».
«Da Napoli a Reggio Calabria è all’insegna della continuità la linea del neo procuratore di Reggio Calabria, Federico Cafiero De Raho, cognome aristocratico con una lunga esperienza contro il clan dei casalesi». Lo afferma, in un comunicato, Radio 24, che ha realizzato un’intervista con il neo Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria.
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