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CATANZARO – “Why not” e il bando su misura. Entra nel vivo il filone investigativo scaturito dalla sentenza con la quale il gup, Abigail Mellace, a marzo di due anni fa, nel portare al traguardo con 34 assoluzioni e 8 condanne il maxi processo che ruotava intorno all’illecita gestione dei fondi pubblici in Calabria, ribaltò ruoli e protagonisti della dirompente inchiesta che fece cadere il Governo Prodi, trasmettendo in Procura tutta una serie di atti che trasformarono la superteste Caterina Merante in una superindagata. Ed è stato proprio all’indirizzo di Milano dove attualmente vive la donna che il sostituto procuratore, Paolo Petrolo, ha spedito i finanzieri delegati agli accertamenti per interrogarla rispetto a quei tredici capi di imputazione che lo stesso giudice aveva elencato nella sentenza “per le valutazioni di competenza”; valutazioni, che il magistrato sta portando avanti, senza lasciare nulla al caso, al fine di chiudere quanto prima l’indagine, rispetto alla quale, lo scorso anno, aveva già ottenuto dal gip una proroga. Del resto, il gup Mellace, nel momento di emettere il suo “verdetto” e far crollare il teorema accusatorio che era stato messo su dall’ex pm Luigi de Magistris, aveva paralto chiaro, sollecitando la Procura a disporre accertamenti sulle condotte tenute nella fase delle investigazioni e sulle modalità di espletamento di alcune attività di indagine preliminare da parte dell’organo di Polizia giudiziaria a ciò delegato, con un occhio rivolto all’iter seguito dalle società riferibili a Caterina Merante, per gestire una miriade di progetti regionali, da passare allo scanner.
Fatti ritornati prepotentemente a galla per mano del sostituto procuratore, Paolo Petrolo, che, prima di chiudere il caso, non sta lasciando nulla di intentato, al fine di trovare la verità almeno rispetto ad uno dei tanti filoni dell’inchiesta giudiziaria più discussa degli ultimi anni in Italia. Verità giudiziaria, da scrivere anche nell’interesse dei tre indagati, che, al termine di tutti gli accertamenti in corso, potrebbero uscire indenni dalla vicenda, qualora gli elementi raccolti dovessero volgere a loro favore.
SULL’EDIZIONE CARTACEA IL SERVIZIO INTEGRALE A FIRMA DI STEFANIA PAPALEO
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