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In primo grado fu ritenuto colpevole «oltre ogni ragionevole dubbio». Nelle 139 pagine della sentenza di condanna, il gup Elisabetta Boccassini, nel novembre 2011, spiegò perchè ad uccidere Elisa Claps, il 12 settembre 1993, fu Danilo Restivo. Parlò di indizi «gravi, precisi, concordanti». E scrisse che non ci poteva essere nessuna «ricostruzione alternativa plausibile capace di ricondurre l’uccisione di Elisa Claps in direzione diversa da Restivo». 

A partire da oggi, invece, nell’aula della Corte di Assise di Appello di Salerno, dopo venti anni dall’omicidio di Elisa, uccisa a soli 16 anni con 13 coltellate, Restivo cercherà di dimostrare l’esatto contrario: la sua innocenza, innanzitutto.

L’ultima volta che Restivo parlò, in Italia, dell’omicidio Claps, fu nel 1995, nell’ambito del processo in cui, sulla morte di Elisa, fu condannato per false dichiarazioni. Poi, più nulla. In primo grado, lui che era detenuto in Gran Bretagna per l’omicidio di un’altra donna, Heather Barnett, non volle prendere parte al processo, neanche collegandosi in videoconferenza. 

Da mesi, invece, in concomitanza con il cambio della difesa – ora Alfredo Bargi e Marzia Scarpelli – Restivo chiede di parlare, rispondere: insomma, vuole dare la sua ricostruzione di quel giorno e vuole dimostrare che con quell’omicidio non c’entra nulla. 

«Se veramente una sola volta, nella vita misera che ad oggi ha condotto, Danilo Restivo vorrà dire la verità e allora vale la pena sopportare l’ennesimo strazio di incontrarlo e di ascoltarlo», dice Gildo Claps, fratello di Elisa. La verità, per loro che sono convinti della colpevolezza di Restivo, significa conoscere chi lo ha coperto, chi ha fatto in modo che per 16 anni non si sia neanche riusciti a trovare il corpo di Elisa, i cui resti sono stati individuati solo il 17 marzo 2010 nel sottotetto della chiesa della SS Trinità di Potenza. «Solo così, solo sapendo chi ha aiutato Danilo a nascondere la verità, forse potremo avere un pò di pace», ribadisce Gildo.   

L’avvocato dei Claps, Giuliana Scarpetta, si dice «fiduciosa sull’esito del processo e sulla conferma della condanna di Restivo. Con tutto quello che abbiamo, con tutte le prove, come potrei non essere tranquilla?». Intanto sarà battaglia, tra le parti. 

L’udienza – che sarà a porte chiuse visto che il processo si celebra con rito abbreviato – vedrà la relazione del giudice a latere, Francesco Siano. Dopo di che, in media in una udienza a settimana, interverranno tutte le parti coinvolte fino ad arrivare al momento della sentenza o dell’accettazione della richiesta, avanzata dalla difesa di Restivo, di rinnovare il dibattimento.   

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