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COSENZA – Dopo il trasferimento del Pronto soccorso dell’Annunziata nella nuova struttura del DEA (Dipartimento Emergenza e Accettazione), avvenuto alla mezzanotte del 20 febbraio scorso, un altro reparto ha abbandonato la vecchia sede per sistemarsi in nuovi locali. Si tratta dell’Unità operativa complessa di Anestesia e Rianimazione, che nella notte tra giovedì e venerdì scorso è stata spostata dall’ospedale vecchio al terzo livello del DEA. Con i suoi diciassette posti letto, il reparto non ha smesso di essere operativo nonostante i disagi che accompagnano tutti i traslochi.Iniziato una decina di giorni fa, con la stesura di un piano organizzativo, presto divenuto operativo, il trasferimento ha impegnato gran parte del personale sanitario afferente al reparto di Anestesia e Rianimazione, oltre a personale esterno addetto ai traslochi. I pazienti ricoverati prima del trasferimento sono stati trasportati da rianimatori e infermieri che durante il tragitto hanno praticato manualmente la respirazione artificiale.Lo spostamento del reparto di Anestesia e Rianimazione rientra nel programma di completamento del DEA che ha previsto, secondo i moderni criteri nazionali, anche un livello per ospitare la Cardiologia e la Cardiologia interventistica, reparti separati dall’ultimo atto aziendale. Al momento, però, sembra che rimarranno nella vecchia struttura insieme alla Neuro TAC e alla TAC-Body, mentre sono da poco iniziati gli scavi per le fondazioni del nuovo edificio che ospiterà le sale operatorie del DEA.Intanto sono stati svuotati gli ambienti che ospitavano il Pronto soccorso e il Centro di Rianimazione, diversi metri quadrati che potrebbero essere recuperati per migliorare l’offerta sanitaria per i cittadini. Non sappiamo ancora quale sarà la loro destinazione, né se rimarranno abbandonati a se stessi. Ciò che importa ora, dopo quasi diciassette anni di attesa, è che il DEA, seppur parzialmente, sia entrato in funzione malgrado gli annosi problemi ereditati, come la carenza di personale che nella nuova struttura, viste le ampie dimensioni e il carico di lavoro purtroppo in aumento, è maggiormente sentita da medici e pazienti.
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