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Il legale di Restivo, Alfredo Bargi: «E’ giusto che l’imputato faccia sentire la sua voce»
«Non si sottrarrà alle domande»
«Questo impianto accusatorio va rivisto, non è tutto così scontato»
«COSA farà Restivo? Risponderà a tutte le domande, avrà questa volta la possibilità di parlare e di rispondere alle domande. E’ questa la nostra linea difensiva». Alfredo Bargi è il nuovo legale di Restivo. A lui spetterà il compito di smontare l’impianto accusatorio che ha portato Danilo, in primo grado, alla condanna a 30 anni per l’omicidio di Elisa Claps. Più precisamente, il Tribunale ha riconosciuto colpevole Danilo Restivo di omicidio volontario, violenza sessuale, vilipendio e occultamento di cadavere, reati che, se contestati tempestivamente, avrebbero comportato anche l’ergastolo nonostante il rito abbreviato. Nel vuoto di 18 anni, tra il delitto e l’inizio del processo, però è maturata la prescrizione per tutti i reati eccetto l’omicidio aggravato dai motivi abietti. 
Restivo, tra l’altro già condannato anche in Inghilterra per l’omicidio Barnett, è tornato in Italia. «Ma non a Potenza – precisa l’avvocato – questa è una voce che si è diffusa al suo ritorno, ma non è assolutamente vera. Cosa ci dovrebbe venire a fare a Potenza se il processo è a Salerno? E’ stato trasferito in una struttura penitenziaria vicina alla città in cui il processo si svolgerà». 
Si torna tutti a Salerno quindi. In quel Tribunale che da anni indaga sulle ultime ore di Elisa, sui depistaggi successivi, su quel ritrovamento improbabile e ancora inspiegabile. 
«Da Danilo Restivo non ci aspettiamo niente. Assisteremo a un’altra deposizione delirante, come quella resa nel processo in Inghilterra», taglia corto il fratello di Elisa, Gildo Claps. 
«Di occasioni per raccontare la verità ne ha avute – ha detto Gildo – e non l’ha mai fatto. Noi sappiamo già quello che è successo 20 anni fa e non abbiamo niente da temere». 
Eppure ora è proprio su quella deposizione che si baserà il processo d’appello. «E’ importante – conferma Bargi – che l’imputato faccia ora sentire la sua voce. Perché tante cose non sono scontate, così come in tanti hanno scritto o pensano. Qui dobbiamo riportare il discorso sulle prove, l’intero impianto accusatorio va rivisto». E così, per esempio, nell’udienza preliminare di aprile si punterà l’attenzione sulla cosiddetta «superperizia» genetica, quella che avrebbe dovuto aiutare gli inquirenti a risolvere il caso Claps. Unico imputato in questa vicenda è il professor Vicenzo Pascali, docente di genetica all’università del Sacro Cuore di Roma. Pascali fu il primo perito nominato dal gip di Salerno per esaminare le tracce biologiche presenti sui resti di Elisa Claps, rinvenuti nel sottotetto della chiesa della Santissima Trinità di Potenza il 17 marzo 2010. La perizia non solo non sciolse tutti i dubbi, ma mise in discussione la responsabilità di Danilo Restivo. 
«Nessuno potrà ribaltare quella sentenza – dice Gildo Claps – di Restivo deve avere paura chi lo ha coperto finora, i suoi complici in questa vicenda assurda. Ma lui non dirà niente al riguardo».
Cosa dirà in aula il prossimo 20 marzo, giorno in cui è fissata la prima udienza, è difficile dirlo. Probabilmente ricorderà quella «cara amica», come definì Elisa vent’anni fa. E dirà la sua su tutte le contestazioni relative a spostamenti e orari. E mentre lui sarà disponibile a un contraddittorio anche a porte aperte – «ma questo dipende dalla Corte d’Assise», spiega Bargi – fuori si assisterà alla “battaglia” tra due famiglie. Una devastata dalla scomparsa e dalla morte, l’altra «stretta in un angolo» da una storia che, probabilmente, non verrà mai fuori fino in fondo. 
Antonella Giacummo
La famiglia«Assisteremoa un’altradeposizionedelirante»

«COSA farà Restivo? Risponderà a tutte le domande, avrà questa volta la possibilità di parlare e di rispondere alle domande. E’ questa la nostra linea difensiva». Alfredo Bargi è il nuovo legale di Restivo. A lui spetterà il compito di smontare l’impianto accusatorio che ha portato Danilo, in primo grado, alla condanna a 30 anni per l’omicidio di Elisa Claps. Più precisamente, il Tribunale ha riconosciuto colpevole Danilo Restivo di omicidio volontario, violenza sessuale, vilipendio e occultamento di cadavere, reati che, se contestati tempestivamente, avrebbero comportato anche l’ergastolo nonostante il rito abbreviato. Nel vuoto di 18 anni, tra il delitto e l’inizio del processo, però è maturata la prescrizione per tutti i reati eccetto l’omicidio aggravato dai motivi abietti. Restivo, tra l’altro già condannato anche in Inghilterra per l’omicidio Barnett, è tornato in Italia. «Ma non a Potenza – precisa l’avvocato – questa è una voce che si è diffusa al suo ritorno, ma non è assolutamente vera. Cosa ci dovrebbe venire a fare a Potenza se il processo è a Salerno? E’ stato trasferito in una struttura penitenziaria vicina alla città in cui il processo si svolgerà». Si torna tutti a Salerno quindi. In quel Tribunale che da anni indaga sulle ultime ore di Elisa, sui depistaggi successivi, su quel ritrovamento improbabile e ancora inspiegabile. «Da Danilo Restivo non ci aspettiamo niente. Assisteremo a un’altra deposizione delirante, come quella resa nel processo in Inghilterra», taglia corto il fratello di Elisa, Gildo Claps. «Di occasioni per raccontare la verità ne ha avute – ha detto Gildo – e non l’ha mai fatto. Noi sappiamo già quello che è successo 20 anni fa e non abbiamo niente da temere». Eppure ora è proprio su quella deposizione che si baserà il processo d’appello. «E’ importante – conferma Bargi – che l’imputato faccia ora sentire la sua voce. Perché tante cose non sono scontate, così come in tanti hanno scritto o pensano. Qui dobbiamo riportare il discorso sulle prove, l’intero impianto accusatorio va rivisto». E così, per esempio, nell’udienza preliminare di aprile si punterà l’attenzione sulla cosiddetta «superperizia» genetica, quella che avrebbe dovuto aiutare gli inquirenti a risolvere il caso Claps. Unico imputato in questa vicenda è il professor Vicenzo Pascali, docente di genetica all’università del Sacro Cuore di Roma. Pascali fu il primo perito nominato dal gip di Salerno per esaminare le tracce biologiche presenti sui resti di Elisa Claps, rinvenuti nel sottotetto della chiesa della Santissima Trinità di Potenza il 17 marzo 2010. La perizia non solo non sciolse tutti i dubbi, ma mise in discussione la responsabilità di Danilo Restivo. «Nessuno potrà ribaltare quella sentenza – dice Gildo Claps – di Restivo deve avere paura chi lo ha coperto finora, i suoi complici in questa vicenda assurda. Ma lui non dirà niente al riguardo».Cosa dirà in aula il prossimo 20 marzo, giorno in cui è fissata la prima udienza, è difficile dirlo. Probabilmente ricorderà quella «cara amica», come definì Elisa vent’anni fa. E dirà la sua su tutte le contestazioni relative a spostamenti e orari. E mentre lui sarà disponibile a un contraddittorio anche a porte aperte – «ma questo dipende dalla Corte d’Assise», spiega Bargi – fuori si assisterà alla “battaglia” tra due famiglie. Una devastata dalla scomparsa e dalla morte, l’altra «stretta in un angolo» da una storia che, probabilmente, non verrà mai fuori fino in fondo.
La famiglia«Assisteremoa un’altradeposizionedelirante»

 

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