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TORINO – Trecentocinquantamila euro per organizzare la campagna elettorale alle europee del 2009: questa la richiesta fatta da un «gruppo di calabresi» che si sarebbero fatti avanti per gestire la campagna al candidato Fabrizio Bertot, ex sindaco del Pdl di Rivarolo Canavese (Torino), comune sciolto lo scorso maggio per infiltrazioni mafiose. A rivelarlo è stato lo stesso politico, sentito questa mattina come testimone nel processo ‘Minotauro’.

Bertot ha detto di avere rifiutato l’offerta: «Non ero interessato», ha detto. L’ex sindaco ha confermato di essere in contatto con due degli imputati: l’ex segretario comunale di Rivarolo, Antonino Battaglia, e l’imprenditore Giovanni Macrì. «Il sostegno di Battaglia alla mia attività politica – ha raccontato – partì come una cosa scherzosa: visto che ostentava le sue origini, gli chiesi di occuparsi dei calabresi, che sul nostro territorio sono molto presenti e fanno comunità. Fu poi lui a presentarmi Macrì». Bertot ha poi ribadito di non sapere nulla di una richiesta di 20mila euro che, secondo l’accusa, sarebbero stati effettivamente versati da Battaglia al defunto boss torinese Giuseppe Catalano sempre per il sostegno durante le europee 2009.
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