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FASCINAZIONE 
di LUCIA SERINO
POTENZA – Come sia potuto accadere che un “vecchio” militante rosso (uno  che — giusto per raccontare una provocazione – osò infilarsi la felpa  con la faccia del Che in un convegno con De Filippo e Colombo) sia  diventato il più grande esperto in Italia di fasciteria, è spiegato  ricordando che Ugo Maria Tassinari è un giornalista. Di quelli che, per  quanto autoreferenziale, è cresciuto alla scuola che non tollerava l’uso della prima persona. Intellettuale e storico, dice lui, «esattamente  quello che volevo fare da piccolo». Ma anche un giornalista, o meglio un  cronista, che c’è differenza, un caporedattore in servizio permanente  con la sindrome notturna del titolo sbagliato e con la bulimia della  notizia. E dunque se le notizie sono la sua storia personale, come  raccontarla? Meglio scegliere l’esatto opposto, il racconto della  violenza politica di estrema destra. Questa premessa perché l’incontro di oggi con Ugo Maria Tassinari nasce da una  notizia che interessa almeno un milione di persone: chiude fascinazion.info,  il blog che ha, appunto, un milione di visitatori (almeno 100 sono  giornalisti), e che è un riferimento assoluto sui temi, sulle storie e  sui protagonisti dell’estrema destra. 
Chiude nel periodo di massimo successo editoriale. Perché? 
«Ricordi la psicogeografia dei pioneri del digitale? (il riferimento è a  una esperienza di nostra vecchia coterritorialità, ndr). Si è verificata una  sincronicità, più fatti tutti negli stessi giorni, che esprimono un  principio diffuso di reversibilità. Ti porti dentro un’esigenza e  all’improvviso matura la scelta. La decisione del Papa, per esempio. Non  vorrei sembrare delirante nel confronto, ma quello cos’è? E’  un’abdicazione, non sono dimissioni. L’abdicazione di un potere  assoluto. E via via, scendendo, tutte le altre suggestioni sul cambiamento, incluse,  ovviamente quelle politiche del risultato elettorale. Ma è anche vero  che bisogna saper scendere nel periodo massimo di fulgore, di successo,  è una forma di narcisismo intelligente, se vuoi. Ho altro che mi frulla  per la testa. Sai ben che ho una struttura nevrotica complessa, mi porto  dentro tutte le lezioni dei miei maestri che spiegano il senso delle  cose fatte finora. Se vuoi sceglierti un amico scegliti Scalzone, se  vuoi sceglierti un nemico sceglitelo grande. E un altro mio grande  maestro, lo hai incrociato pure tu al Giornale di Napoli, Salvatore  Maffei. Aveva la logica del taglio, ci tagliava i pezzi, spesso  ne estraeva interi passaggi per conservarseli per il giorno dopo. La  difficoltà non è notizia del giorno, ma come la tratti il secondo giorno… 
Posso capire 
«Infatti. E io ho fatto il blog con la logica di un giornalista, mi sono  stancato, affaticato. Tra l’altro ero ossessionato dal dovere della  rettifica, è una forma di autostima, sai. E c’è stata poi la classica  goccia che ha fatto traboccare il vaso, dopo il risultato elettorale. Mi  chiama un mio amico, un collega e mi  dice: Ugo ma non ti sei rotto di questi fetenti? Sì, mi sono rotto. Mi  sono accorto che era arrivato il momento di lasciare» 
C’è stato il panico in Rete, persino tra quelli di casa Pound che pure  da ultimo ti avevano contestato. 
«Sì, ma non sparisco, per quella logica del conservare di cui prima. Il  punto di partenza è che il soggetto è stanco, l’oggetto è vuoto e la  destra radicale è morta. Un ciclo è finito. La mia ricerca sulla  fascisteria è iniziata alla fine degli anni Ottanta e nasceva dall’  esigenza di fare i conti con la violenza politica. Non potevo scrivere  di me stesso. E scelsi l’opposto. Eravamo alla fuoriuscita dal secolo  breve, il contesto storico mi aiutò. Ora, direi in questi giorni, siamo  all’inizio di una nuova era» Eccoci qua, dimmi la tua 
«Guarda io penso che destra e sinistra esistano ancora ed esprimano  delle differenze. L’anomalia di Grillo è che è profondamente di destra  con un programma al novanta per cento di sinistra. Esprime davvero la  fine della transizione dal secolo breve. Ed è molto trasversale. Se  andiamo a studiare i parlamentari che elegge Grillo troviamo dei  fascisti e dei compagni. Ho scritto l’altro giorno, via twitter: Delle  Chiaie infila quattro deputati in M5s. Poi ho letto dal tuo giornale che  il neosenatore Vito Petrocelli ha un passato nei Carc, altri compagni  sono stati eletti in Campania. E’ tutto molto liquido, in movimento.  Anche per questo ho deciso di chiudere il sito»
 Insomma ti metti a studiare il nuovo che avanza? 
«In un certo senso. Voglio costruire un nuovo sito con varie sezioni, l‘edizione ebook dei miei libri, con iperlink audiofotografici, rassegna  stampa. Ma voglio raccontare anche l’implosione della sinistra  giudiziaria. La sedimentazione politica di una sinistra estrema esiste  ancora, Daniele Farina di Leoncavallo torna in parlamento con la Sel, ma  quella giustizialista è finita. Voglio studiare questo, politica e  giustizia, lo scontro politico sui pentiti, l’uso che ne è stato fatto,  la soluzione militare e il bubbone che ne è rimasto. Forse dopo 30 anni  posso iniziare a scrivere dei rossi!»
Senti Ugo, scusa la prosaicità, ma devi anche lavorare per il San Carlo,  tranquillizza Maruggi 
Risata «Lo dicevamo prima. Lasciare fascisteria è stato anche abbandonare i  ritmi di un giornalista, per esempio i tuoi. A proposito posso dire una  cosa sul tuo Quotidiano? 
No 
«Invece la dico e ti prego di scriverla (non la scrivo). Certo sei capitata in un momento incredibile. Hai un  compito ingrato, devi raccontare la ricostruzione dopo le macerie. Fammi  dire anche una cosa sul pezzo di oggi di Andrea Di Consoli: Andrea è  stato il più grande martellatore della distruzione del vecchio sistema  in Basilicata, adesso il vento ha spazzato le nubi, anche se non è il  suo vento. Da questa consapevolezza bisogna ripartire» 
Da dove riparte la Basilicata? 
«I miei amici democratici non hanno capito quello che stava succedendo,  e i miei amici pdiellini lucani non hanno colto che è suonata una  campana a morte. Rimane valida la lezione della scuola togliattiana del  realismo politico che chiede il confronto» 
Trovi analogie tra queste ore e gli anni dell’irruzione della Lega? 
«La Lega aveva dei funzionari legati alla politica come Formentini e  Pagliarini e un ideologo, Miglio, che era uno scienziato politico  reazionario. Sembrava avverarsi il progetto politico del nomos della  terra nello scenario della guerra politca jugoslava e di un  pangermanesimo possibile. All’epoca ci fu Prodi e alcuni poteri forti  che imposero Maastricht. Oggi il guru è un esperto di marketing. Per La  nuotata di Grillo nello Stretto è una citazione di Mao. Smettimola di  dire che sono ignoranti»

POTENZA – Come sia potuto accadere che un “vecchio” militante rosso (uno  che — giusto per raccontare una provocazione – osò infilarsi la felpa  con la faccia del Che in un convegno con De Filippo e Colombo) sia  diventato il più grande esperto in Italia di fasciteria, è spiegato  ricordando che Ugo Maria Tassinari è un giornalista. Di quelli che, per  quanto autoreferenziale, è cresciuto alla scuola che non tollerava l’uso della prima persona. Intellettuale e storico, dice lui, «esattamente  quello che volevo fare da piccolo». Ma anche un giornalista, o meglio un  cronista, che c’è differenza, un caporedattore in servizio permanente  con la sindrome notturna del titolo sbagliato e con la bulimia della  notizia. E dunque se le notizie sono la sua storia personale, come  raccontarla? Meglio scegliere l’esatto opposto, il racconto della  violenza politica di estrema destra. Questa premessa perché l’incontro di oggi con Ugo Maria Tassinari nasce da una  notizia che interessa almeno un milione di persone: chiude fascinazione.info,  il blog che ha, appunto, un milione di visitatori (almeno 100 sono  giornalisti), e che è un riferimento assoluto sui temi, sulle storie e  sui protagonisti dell’estrema destra. 

 

Chiude nel periodo di massimo successo editoriale. Perché? 

«Ricordi la psicogeografia dei pioneri del digitale? (il riferimento è a  una esperienza di nostra vecchia coterritorialità, ndr). Si è verificata una  sincronicità, più fatti tutti negli stessi giorni, che esprimono un  principio diffuso di reversibilità. Ti porti dentro un’esigenza e  all’improvviso matura la scelta. La decisione del Papa, per esempio. Non  vorrei sembrare delirante nel confronto, ma quello cos’è? E’  un’abdicazione, non sono dimissioni. L’abdicazione di un potere  assoluto. E via via, scendendo, tutte le altre suggestioni sul cambiamento, incluse,  ovviamente quelle politiche del risultato elettorale. Ma è anche vero  che bisogna saper scendere nel periodo massimo di fulgore, di successo,  è una forma di narcisismo intelligente, se vuoi. Ho altro che mi frulla  per la testa. Sai ben che ho una struttura nevrotica complessa, mi porto  dentro tutte le lezioni dei miei maestri che spiegano il senso delle  cose fatte finora. Se vuoi sceglierti un amico scegliti Scalzone, se  vuoi sceglierti un nemico sceglitelo grande. E un altro mio grande  maestro, lo hai incrociato pure tu al Giornale di Napoli, Salvatore  Maffei. Aveva la logica del taglio, ci tagliava i pezzi, spesso  ne estraeva interi passaggi per conservarseli per il giorno dopo. La  difficoltà non è notizia del giorno, ma come la tratti il secondo giorno… 

Posso capire 

«Infatti. E io ho fatto il blog con la logica di un giornalista, mi sono  stancato, affaticato. Tra l’altro ero ossessionato dal dovere della  rettifica, è una forma di autostima, sai. E c’è stata poi la classica  goccia che ha fatto traboccare il vaso, dopo il risultato elettorale. Mi  chiama un mio amico, un collega e mi  dice: Ugo ma non ti sei rotto di questi fetenti? Sì, mi sono rotto. Mi  sono accorto che era arrivato il momento di lasciare» 

C’è stato il panico in Rete, persino tra quelli di casa Pound che pure  da ultimo ti avevano contestato. 

«Sì, ma non sparisco, per quella logica del conservare di cui prima. Il  punto di partenza è che il soggetto è stanco, l’oggetto è vuoto e la  destra radicale è morta. Un ciclo è finito. La mia ricerca sulla  fascisteria è iniziata alla fine degli anni Ottanta e nasceva dall’  esigenza di fare i conti con la violenza politica. Non potevo scrivere  di me stesso. E scelsi l’opposto. Eravamo alla fuoriuscita dal secolo  breve, il contesto storico mi aiutò. Ora, direi in questi giorni, siamo  all’inizio di una nuova era» 

Eccoci qua, dimmi la tua 

«Guarda io penso che destra e sinistra esistano ancora ed esprimano  delle differenze. L’anomalia di Grillo è che è profondamente di destra  con un programma al novanta per cento di sinistra. Esprime davvero la  fine della transizione dal secolo breve. Ed è molto trasversale. Se  andiamo a studiare i parlamentari che elegge Grillo troviamo dei  fascisti e dei compagni. Ho scritto l’altro giorno, via twitter: Delle  Chiaie infila quattro deputati in M5s. Poi ho letto dal tuo giornale che  il neosenatore Vito Petrocelli ha un passato nei Carc, altri compagni  sono stati eletti in Campania. E’ tutto molto liquido, in movimento.  Anche per questo ho deciso di chiudere il sito» 

Insomma ti metti a studiare il nuovo che avanza? «In un certo senso. Voglio costruire un nuovo sito con varie sezioni, l‘edizione ebook dei miei libri, con iperlink audiofotografici, rassegna  stampa. Ma voglio raccontare anche l’implosione della sinistra  giudiziaria. La sedimentazione politica di una sinistra estrema esiste  ancora, Daniele Farina di Leoncavallo torna in parlamento con la Sel, ma  quella giustizialista è finita. Voglio studiare questo, politica e  giustizia, lo scontro politico sui pentiti, l’uso che ne è stato fatto,  la soluzione militare e il bubbone che ne è rimasto. Forse dopo 30 anni  posso iniziare a scrivere dei rossi!»

Senti Ugo, scusa la prosaicità, ma devi anche lavorare per il San Carlo,  tranquillizza Maruggi 

Risata «Lo dicevamo prima. Lasciare fascisteria è stato anche abbandonare i  ritmi di un giornalista, per esempio i tuoi. A proposito posso dire una  cosa sul tuo Quotidiano? 

No 

«Invece la dico e ti prego di scriverla (non la scrivo). Certo sei capitata in un momento incredibile. Hai un  compito ingrato, devi raccontare la ricostruzione dopo le macerie. Fammi  dire anche una cosa sul pezzo di oggi di Andrea Di Consoli: Andrea è  stato il più grande martellatore della distruzione del vecchio sistema  in Basilicata, adesso il vento ha spazzato le nubi, anche se non è il  suo vento. Da questa consapevolezza bisogna ripartire» 

Da dove riparte la Basilicata? 

«I miei amici democratici non hanno capito quello che stava succedendo,  e i miei amici pdiellini lucani non hanno colto che è suonata una  campana a morte. Rimane valida la lezione della scuola togliattiana del  realismo politico che chiede il confronto» 

Trovi analogie tra queste ore e gli anni dell’irruzione della Lega? 

«La Lega aveva dei funzionari legati alla politica come Formentini e  Pagliarini e un ideologo, Miglio, che era uno scienziato politico  reazionario. Sembrava avverarsi il progetto politico del nomos della  terra nello scenario della guerra politca jugoslava e di un  pangermanesimo possibile. All’epoca ci fu Prodi e alcuni poteri forti  che imposero Maastricht. Oggi il guru è un esperto di marketing. Per La  nuotata di Grillo nello Stretto è una citazione di Mao. Smettimola di  dire che sono ignoranti»

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