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L’AUTOPSIA eseguita ieri nell’Istituto di Medicina legale della Sapienza sul corpo del fotografo dei vip, Daniele Lo Presti, ha escluso che sia stato ucciso con un colpo a bruciapelo. Non si tratterebbe quindi di un’esecuzione. Nel corso dell’esame autoptico, disposto dal procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani, e dal sostituto Pierluigi Cipolla, è stato recuperato il proiettile, di una pistola calibro 7,65 che lo ha ucciso. Il proiettile era rimasto incastrato nel cranio e il foro di entrata è dietro l’orecchio sinistro. 

 La Procura ha ora disposto un nuovo esame tecnico sul proiettile recuperato sul luogo del delitto, lungo la pista ciclabile all’altezza del ponte di Testaccio di Roma dove il fotografo stava facendo jogging. Attraverso i rilievi sarà possibile stabilire la distanza dalla quale è partito il colpo. Ci sarebbe anche un testimone, che avrebbe visto Lo Presti parlare con due persone poco prima di essere ucciso.

Intanto, le indagini della squadra Mobile di Roma non escludono alcuna pista. Le varie testimonianze raccolte dagli investigatori da amici e parenti di Lo Presti hanno portato alla luce una serie di debiti che il fotografo dei vip aveva. E proprio sulla natura di questi debiti che si sta ora concentrando l’attività degli investigatori.

Nativo di Vibo Valentia ma cresiuto a Palmi, Lo Presti aveva subito un attentato nel 2008 proprio a Vibo, città dove vive la sua famiglia. In quell’occasione fu minacciato e venne data alle fiamme la sua autovettura. Dietro queste minacce, però, ci sarebbe una storia di gelosia.

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