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Fra qualche anno sarà questa la dipendenza più diffusa
IL problema viene identificato con un acronimo: Gap, ovvero gioco d’azzardo patologico. «Noi preferiamo Gapp, ovvero gioco d’azzardo persone patologiche, perché il problema non è il gioco in sè, è la persona ad avere una malattia». 
In Basilicata al momento non ci sono ancora statistiche, è da poco che ci si occupa del problema e non c’è un Registro vero e proprio. «Ma posso garantire che la situazione è davvero molto preoccupante – dice Bencivenga – e nei prossimi anni la dipendenza da gioco d’azzardo supererà quella da droghe e alcol. In Campania la situazione è già questa». 
Le categorie più a rischio in questo momento sono i giovani e i pensionati. «C’è l’illusione della vincita, tu insegui un sogno. Pensi di poter pagare la bolletta o il regalo al nipote». Però mentre fino a dieci anni fa c’era solo la schedina e il giocatore investiva i suoi soldi una volta alla settimana, ora le cose vanno diversamente, ci sono estrazioni ogni cinque minuti. «E i terminali sono predisposti per incassare anche 500 euro a giocata». E poi ci sono i videopoker, che creano proprio uno stato ipnotico: «C’è uno studio sulle luci e sulle musiche, il giocatore smette solo quando non ha più soldi. Ma poi fa di tutto per trovarli, anche rubare a casa sua».
Un fenomeno in crescita esponenziale, per il quale lo Stato prevede l’assistenza ma non fondi specifici per la cura. «I soldi per le dipendenze sono quelli e basta. Anche se c’è chi ha proposto di utilizzare una parte dei soldi incassati con il gioco d’azzardo per la cura. Capito? Io dovrei quasi sperare che in Italia si giochi di più per avere più fondi. E’ una società psicotica questa».
a.giacummo@luedi.it

IL problema viene identificato con un acronimo: Gap, ovvero gioco d’azzardo patologico. «Noi preferiamo Gapp, ovvero gioco d’azzardo persone patologiche, perché il problema non è il gioco in sè, è la persona ad avere una malattia». In Basilicata al momento non ci sono ancora statistiche, è da poco che ci si occupa del problema e non c’è un Registro vero e proprio. «Ma posso garantire che la situazione è davvero molto preoccupante – dice Bencivenga – e nei prossimi anni la dipendenza da gioco d’azzardo supererà quella da droghe e alcol. In Campania la situazione è già questa». Le categorie più a rischio in questo momento sono i giovani e i pensionati. «C’è l’illusione della vincita, tu insegui un sogno. Pensi di poter pagare la bolletta o il regalo al nipote». Però mentre fino a dieci anni fa c’era solo la schedina e il giocatore investiva i suoi soldi una volta alla settimana, ora le cose vanno diversamente, ci sono estrazioni ogni cinque minuti. «E i terminali sono predisposti per incassare anche 500 euro a giocata». E poi ci sono i videopoker, che creano proprio uno stato ipnotico: «C’è uno studio sulle luci e sulle musiche, il giocatore smette solo quando non ha più soldi. Ma poi fa di tutto per trovarli, anche rubare a casa sua».Un fenomeno in crescita esponenziale, per il quale lo Stato prevede l’assistenza ma non fondi specifici per la cura. «I soldi per le dipendenze sono quelli e basta. Anche se c’è chi ha proposto di utilizzare una parte dei soldi incassati con il gioco d’azzardo per la cura. Capito? Io dovrei quasi sperare che in Italia si giochi di più per avere più fondi. E’ una società psicotica questa».

 

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