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Il maresciallo Roberto D’Alessio si è tolto la vita nel bagno del Tribunale di Lagonegro
Si uccide con l’arma d’ordinanza
 Indagini sul suicidio: sullo sfondo  una denuncia per abuso d’ufficio
di EMILIA MANCO
LAGONEGRO – Un rumore secco, come quello di uno sparo. Il Tribunale di Lagonegro, a quest’ora nel pieno trambusto quotidiano di avvocati e magistrati, si ferma. Il colpo sembra provenire dal bagno, quello vicino alla sezione dei carabinieri e alle stanze dei sostituti procuratori. Un’amministrativa colpita dal rumore si alza e va verso la fine del corridoio, da dove sembra provenire. La porta è chiusa da dentro e non si apre. Gli uomini dell’Arma in forza al Tribunale di via Napoli sanno che un loro collega si è recato in bagno e da lì non più tornato. Provano a comporre il numero, il cellulare squilla, dall’altra parte della porta. La buttano giù a colpi e quella che si trovano davanti è una scena orribile: un corpo senza vita in una pozza di sangue. E’ quello di Roberto D’Alessio, maresciallo dei carabinieri, addetto alla polizia giudiziaria. Si è sparato alla tempia con l’Arma d’ordinanza.  Quarantotto anni, di Teggiano in provincia di Salerno, si è tolto la vita, sul posto  lavoro, in una stanza vicina al suo  ufficio. Non sono ancora noti i motivi del tragico gesto, una delle ipotesi al vaglio degli investigatori è che D’Alessio soffrisse da qualche tempo di una crisi depressiva.  I colleghi e gli amici parlano di uno stato depressivo, sembrerebbe a causa del proprio lavoro, per una denuncia subita, mesi addietro da parte di un cittadino per abuso di ufficio presso la procura della repubblica di Sala Consilina. La Procura ora ha aperto un’inchiesta conoscitiva. Tutto è accaduto in pochi minuti.  La tragedia si è consumata intorno alle 12 e 45 di ieri mattina. Subito dopo l’allarme e intorno alle ore 13 e 20 è stato avvertito il capo della procura di ritorno da Potenza dove aveva partecipato alla cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario 2013 del Tribunale amministrativo regionale per la Basilicata. Sul posto è subito giunta un’ambulanza dell’ospedale di Lagonegro. Ma purtroppo per l’uomo non c’era già più nulla da fare. E’ morto all’istante. Non è chiaro al momento se il sottufficiale abbia motivato, in qualche modo, le sue intenzioni a qualcuno oppure se tutto si sia svolto talmente in fretta da non lasciare ai colleghi  neppure il tempo di intervenire. In via Napoli sono accorsi anche i militari della compagnia di Lagonegro, coordinati dal capitano Salvati Tanagro e dopo qualche ora sono giunti sia il comandante provinciale che il generale comandante della Legione carabinieri. Il corpo maresciallo D’Alessio intorno alle 16 e 30 è stato trasportato presso l’obitorio cittadino per effettuare l’autopsia disposta dal procuratore capo, Vittorio Russo. Forte lo strazio all’arrivo della moglie. Il sottufficiale, che lascia la giovane moglie e un figlio, aveva svolto gran parte della sua carriera nel lagonegrese. Anche il fratello è un sottufficiale dell’Arma e comanda la stazione di Villa D’Agri sotto la giurisdizione della compagnia di Viggiano. Sulle cause del tragico gesto regna il massimo riserbo. La notizia ha suscitato cordoglio e tanto stupore nella piccola cittadina dove ha sede il Tribunale. Sotto shock anche Teggiano dove D’Alessio abitava ed era conosciuto. Roberto ieri era uscito di casa al solito orario per prendere servizio alle 8 nell’ufficio dove sarebbe rimasto fino alle 14. Ma quella di ieri non è stata una giornata come le altre i per il sottufficiale, militare spigliato, prestante e ben considerato. E dal quel palazzo ci è uscito solo senza vita. 

LAGONEGRO – Un rumore secco, come quello di uno sparo. Il Tribunale di Lagonegro, a quest’ora nel pieno trambusto quotidiano di avvocati e magistrati, si ferma. Il colpo sembra provenire dal bagno, quello vicino alla sezione dei carabinieri e alle stanze dei sostituti procuratori. Un’amministrativa colpita dal rumore si alza e va verso la fine del corridoio, da dove sembra provenire. La porta è chiusa da dentro e non si apre. Gli uomini dell’Arma in forza al Tribunale di via Napoli sanno che un loro collega si è recato in bagno e da lì non più tornato. Provano a comporre il numero, il cellulare squilla, dall’altra parte della porta. La buttano giù a colpi e quella che si trovano davanti è una scena orribile: un corpo senza vita in una pozza di sangue. E’ quello di Roberto D’Alessio, maresciallo dei carabinieri, addetto alla polizia giudiziaria. Si è sparato alla tempia con l’Arma d’ordinanza.  Quarantotto anni, di Teggiano in provincia di Salerno, si è tolto la vita, sul posto  lavoro, in una stanza vicina al suo  ufficio. Non sono ancora noti i motivi del tragico gesto, una delle ipotesi al vaglio degli investigatori è che D’Alessio soffrisse da qualche tempo di una crisi depressiva.  I colleghi e gli amici parlano di uno stato depressivo, sembrerebbe a causa del proprio lavoro, per una denuncia subita, mesi addietro da parte di un cittadino per abuso di ufficio presso la procura della repubblica di Sala Consilina. La Procura ora ha aperto un’inchiesta conoscitiva. Tutto è accaduto in pochi minuti.  La tragedia si è consumata intorno alle 12 e 45 di ieri mattina. Subito dopo l’allarme e intorno alle ore 13 e 20 è stato avvertito il capo della procura di ritorno da Potenza dove aveva partecipato alla cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario 2013 del Tribunale amministrativo regionale per la Basilicata. Sul posto è subito giunta un’ambulanza dell’ospedale di Lagonegro. Ma purtroppo per l’uomo non c’era già più nulla da fare. E’ morto all’istante. Non è chiaro al momento se il sottufficiale abbia motivato, in qualche modo, le sue intenzioni a qualcuno oppure se tutto si sia svolto talmente in fretta da non lasciare ai colleghi  neppure il tempo di intervenire. In via Napoli sono accorsi anche i militari della compagnia di Lagonegro, coordinati dal capitano Salvati Tanagro e dopo qualche ora sono giunti sia il comandante provinciale che il generale comandante della Legione carabinieri. Il corpo maresciallo D’Alessio intorno alle 16 e 30 è stato trasportato presso l’obitorio cittadino per effettuare l’autopsia disposta dal procuratore capo, Vittorio Russo. Forte lo strazio all’arrivo della moglie. Il sottufficiale, che lascia la giovane moglie e un figlio, aveva svolto gran parte della sua carriera nel lagonegrese. Anche il fratello è un sottufficiale dell’Arma e comanda la stazione di Villa D’Agri sotto la giurisdizione della compagnia di Viggiano. Sulle cause del tragico gesto regna il massimo riserbo. La notizia ha suscitato cordoglio e tanto stupore nella piccola cittadina dove ha sede il Tribunale. Sotto shock anche Teggiano dove D’Alessio abitava ed era conosciuto. Roberto ieri era uscito di casa al solito orario per prendere servizio alle 8 nell’ufficio dove sarebbe rimasto fino alle 14. Ma quella di ieri non è stata una giornata come le altre i per il sottufficiale, militare spigliato, prestante e ben considerato. E dal quel palazzo ci è uscito solo senza vita. 

 

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