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COSENZA – Sono dieci le persone interessate dalle indagini che la Procura della Repubblica di Cosenza ha da qualche mese aperto per fare luce sulla gestione delle Cooperative B. Ci sono dirigenti comunali e alcuni responsabili delle cooperative in questione. L’ipotesi di accusa è truffa ai danni di un ente pubblico, in questo caso il Comune di Cosenza, e falso ideologico. Il numero degli indagati potrebbe però lievitare. La Procura ha infatti inteso intensificare le indagini a seguito delle risultanze della consulenza tecnica che il commercialista catanzarese Gennaro Brescia che ha esaminato gli incartamenti che la Digos di Cosenza aveva acquisito a Palazzo dei Bruzi e in sette cooperative. Quelle di fatto interessate dalle indagini sono in tutto 47 e riguardano un “esercito” di circa 500 dipendenti che, come noto, si occupano principalmente di lavori di pulizia e di manutenzione. Precise direttive sono state a tal proposito impartite dal procuratore aggiunto Domenico Airoma, titolare delle indagini insieme al sostituto Antonio Bruno Tridico. Si sospettano anche pressioni e minacce da parte di personaggi vicini alla criminalità organizzata per favorire questa o quella cooperativa o per assumere determinate persone, in alcuni casi pre stipendiate anche se agli arresti. Un particolare, quest’ultimo, sul quale ha posato la lente di ingrandimento la Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, che sta seguendo con molta attenzione il lavoro della Procura bruzia.

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