2 minuti per la lettura
VENEZIA – Dalla Spagna alla Costa Azzurra fino in laguna veneta: c’era una rete di rapporti gestita da esponenti di alcune cosche della ‘ndrangheta, con contatti anche con Cosa Nostra, per la gestione del traffico di droga nel Nord Italia. È il quadro emerso dalle indagini coordinate dalla procura distrettuale antimafia di Venezia che ha portato stamani all’esecuzione da parte dei carabinieri del Ros di 15 provvedimenti di custodia cautelare.
Personaggio di spicco nell’operazione del Ros Vincenzo Sorace, 53 anni, di origini calabresi ma residente a Ponzano Veneto (Treviso), coinvolto in un traffico internazionale di hashish e cocaina tra Spagna, Francia e Italia. Per gli investigatori, Sorace, già oggetto di un’indagine condotta dall’Arma di Sanremo (Imperia), aveva uno stretto contato con un narcotrafficante calabrese, Salvatore Larosa, che dalla Costa Azzurra assicurava periodiche forniture di droga.
Sulla base degli accertamenti svolti, coordinati dalla magistratura veneziana, i carabinieri hanno agito in Veneto, Lombardia e Liguria e anche in Francia dove uno degli indagati è stato raggiunto da un mandato di arresto europeo. L’operazione è il risultato delle indagini del Ros su una appendice veneta delle cosche jonico-reggine dei “Nirta-Strangio” e “Morabito”, radicate nel veneziano e dedite al traffico internazionale di droga.
Dopo l’acquisizione del procedimento ligure da parte della Procura Distrettuale antimafia veneziana, i carabinieri hanno scoperto che Larosa, tramite il palermitano Mauro Dall’Oglio, 42 anni, riforniva anche componenti di Cosa Nostra presenti in Lombardia ed appartenenti alla famiglia Fidanzati. In particolare, Dall’Oglio avrebbe gestito i rapporti con Germondo Panaiia, 65, di Vigevano (Pavia), referente per il pavese della cosca “Gallace” di Guardavalle, che nel luglio 2009, aveva consegnato 300 kg. di hashish al gruppo Sorace, attraverso la mediazione di Larosa. Lo stupefacente era stato poi restituito perchè Sorace non lo aveva considerato di adeguata qualità. Una decisione che Sorace aveva preso dietro il consenso di Pasquale Emilio Sarcina, 58 anni, di Milano (legato al capo locale di Milano Cosimo Barranca), poi arrestato nel luglio 2010.
Due mesi dopo il Ros ha intercettato un ulteriore arrivo di droga attraverso lo stesso canale di approvvigionamento, che ha portato a localizzare il calabrese Mauro Lecci, 62, residente a Barcellona (Spagna), elemento di raccordo con un’organizzazione locale al centro di un’indagine spagnola, che aveva “spedito” una campionatura di 2 kg. di cocaina destinata ai gruppi di Sorace e di Giuseppe De Moro, 33, di Villa Carcina (Brescia), quest’ultimo figlio del referente di una proiezione bresciana della cosca “Nirta-Strangio”. Lecci fu arrestato con altre 7 persone dalla polizia spagnola che anche sequestrò 700 kg di hashish.
L’inchiesta, svolta con il coordinamento delle autorità giudiziarie dei vari paesi coinvolti, ha confermato l’operatività delle proiezioni extraregionali della ‘ndrangheta jonico-reggina nei circuiti internazionali del traffico di sostanze stupefacenti e le collaborazioni con altre matrici criminali.
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA