Psi: è Sindrome di Stoccolma
Dopo la querelle sulla lista socialista abortita e la sorpresa nazionale Labellarte il partito continua a tacere
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di SALVATORE SANTORO
POTENZA – Il Psi lucano non riesce a “reagire” E’ caduto in una sorta di silenzio di imbarazzo. Dopo tutta la “querelle” della lista per il Senato contro quel quarto posto nella lista del Partito democratico (prima riservato a una donna socialista nazionale e poi alla fine al melfitano di nascita, ma romano a tutti gli effetti Gerardo Labellarte) i socialisti lucani paiono essere stati colti da una sorta di sindrome di Stoccolma.
Sembra che sia passata un’era. Sembra che sia tutt’altra storia. Sembra così lontano il periodo della vigilia delle Primarie per la scelta del candidato premier del centrodestra. Eppure ora è il momento in cui quelle scelte dovrebbero essere supportate dalle azioni elettorali per spingere alla vittoria quella stessa coalizione che il 25 novembre e poi il 2 dicembre scorso ha scelto il proprio leader.
Ma nel frattempo dei comunicati stampa, delle dichiarazioni dei dirigenti socialisti della Basilicata a favore di Pierluigi Bersani e a favore del Pd, asse del centrosinistra, si sono perse le tracce.
Ovvio che l’aver subito l’imposizione delle scelte romane sull’asse Bersani – Nencini e allo stesso l’aver spinto a livello locale sulla volontà di voler comunque andare dritti per la propria strada e presentare una lista autonoma per il Senato della Repubblica in Basilicata deve aver creato un mix tra malcontento interno e disagio a manifestare oggi il proprio rammarico che “suggerisce” evidentemente il silenzio.
Come dire: meglio tacere e far passare la fase calda per evitare di creare ulteriori fibrillazioni o fratture che di fatto non potrebbero che creare danni in piena campagna elettorale. Perchè per la segreteria nazionale del Psi i socialisti in Basilicata sono in piena corsa per elezioni di un senatore con quel Gerardo Bellarte che si è ritrovato in lista in extremis dopo i troppi tentennamenti del dirigente nazionale (e capogruppo del Psi in consiglio regionale), Rocco Vita e del segretario lucano (e sindaco di Melfi), Livio Valvano.
Impossibile non pensare che alla fine tra i due “litiganti” il terzo abbia goduto. Lasciando in più se non macerie qualcosa che si avvicina molto a una Caporetto. Solo così si possono comprendere quei telefoni dei big socialisti di Basilicata che da giorni squillano a vuoto nonostante gli innumerevoli tentativi. Non è mai accaduto nel recente passato.
La sensazione che la maratona della Direzione regionale del Psi (4 giorni consecutivi escludendo le pause mattutine) abbia complicato il quadro piuttosto che semplificarlo a una settimana di tempo diventa sempre più realistica. L’episodio del voto non unanime a favore della scelta di candidatura a capolista di Rocco Vita contro “subita” in qualche modo da Livio Valvano evidentemente a bocce fredde ancora non si spiega. Come non si spiega ragionevolmente il perchè della titubanza di Vita ad accompagnare il segretario del Pd, Roberto Speranza dal notaio per formalizzare quel quarto posto in lista come deciso a Roma che poi è stato assegnato (quasi per beffa) a un esterno però nato nel Comune in cui il sindaco attuale è un socialista.
Rocco Vita e Livio Valvano continuano a non rilasciare commenti eppure in lizza c’è uno di loro
POTENZA – Il Psi lucano non riesce a “reagire” E’ caduto in una sorta di silenzio di imbarazzo. Dopo tutta la “querelle” della lista per il Senato contro quel quarto posto nella lista del Partito democratico (prima riservato a una donna socialista nazionale e poi alla fine al melfitano di nascita, ma romano a tutti gli effetti Gerardo Labellarte) i socialisti lucani paiono essere stati colti da una sorta di sindrome di Stoccolma. Sembra che sia passata un’era. Sembra che sia tutt’altra storia. Sembra così lontano il periodo della vigilia delle Primarie per la scelta del candidato premier del centrodestra. Eppure ora è il momento in cui quelle scelte dovrebbero essere supportate dalle azioni elettorali per spingere alla vittoria quella stessa coalizione che il 25 novembre e poi il 2 dicembre scorso ha scelto il proprio leader. Ma nel frattempo dei comunicati stampa, delle dichiarazioni dei dirigenti socialisti della Basilicata a favore di Pierluigi Bersani e a favore del Pd, asse del centrosinistra, si sono perse le tracce. Ovvio che l’aver subito l’imposizione delle scelte romane sull’asse Bersani – Nencini e allo stesso l’aver spinto a livello locale sulla volontà di voler comunque andare dritti per la propria strada e presentare una lista autonoma per il Senato della Repubblica in Basilicata deve aver creato un mix tra malcontento interno e disagio a manifestare oggi il proprio rammarico che “suggerisce” evidentemente il silenzio. Come dire: meglio tacere e far passare la fase calda per evitare di creare ulteriori fibrillazioni o fratture che di fatto non potrebbero che creare danni in piena campagna elettorale. Perchè per la segreteria nazionale del Psi i socialisti in Basilicata sono in piena corsa per elezioni di un senatore con quel Gerardo Bellarte che si è ritrovato in lista in extremis dopo i troppi tentennamenti del dirigente nazionale (e capogruppo del Psi in consiglio regionale), Rocco Vita e del segretario lucano (e sindaco di Melfi), Livio Valvano. Impossibile non pensare che alla fine tra i due “litiganti” il terzo abbia goduto. Lasciando in più se non macerie qualcosa che si avvicina molto a una Caporetto. Solo così si possono comprendere quei telefoni dei big socialisti di Basilicata che da giorni squillano a vuoto nonostante gli innumerevoli tentativi. Non è mai accaduto nel recente passato. La sensazione che la maratona della Direzione regionale del Psi (4 giorni consecutivi escludendo le pause mattutine) abbia complicato il quadro piuttosto che semplificarlo a una settimana di tempo diventa sempre più realistica. L’episodio del voto non unanime a favore della scelta di candidatura a capolista di Rocco Vita contro “subita” in qualche modo da Livio Valvano evidentemente a bocce fredde ancora non si spiega. Come non si spiega ragionevolmente il perchè della titubanza di Vita ad accompagnare il segretario del Pd, Roberto Speranza dal notaio per formalizzare quel quarto posto in lista come deciso a Roma che poi è stato assegnato (quasi per beffa) a un esterno però nato nel Comune in cui il sindaco attuale è un socialista.
Rocco Vita e Livio Valvano continuano a non rilasciare commenti eppure in lizza c’è uno di loro