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SOVERATO (CZ) – I Carabinieri hanno eseguito 4 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di mandanti ed esecutori dell’omicidio di Cosimo Ierinò avvenuto a Badolato, il 12 agosto 2008 a causa di dissidi fra cosche. I provvedimenti sono stati emessi dal Gip del tribunale di Catanzaro a carico di esponenti e reggenti di cosche di ‘ndrangheta operanti nei comuni del basso jonio catanzarese. Maggiori dettagli verranno forniti nel corso della conferenza stampa presso il comando provinciale Carabinieri di Catanzaro.

Gli arrestati sono Cosimo Spatari 52 anni, Cosimo Giuseppe Leuzzi 59, Andrea Sotira 35 e Vincenzo Gallace 66. Tutti già detenuti per altra causa.

Ierinò, operaio di 39 anni, originario di Stignano lavorava come autista di una ruspa al porto di Badolato “Bocche di Gallipari” ed è stato ucciso con otto colpi di fucile caricato a pallettoni. Aveva appena terminato il suo lavoro ed era salito da poco sull’auto di proprietà della moglie, Monica Gallelli, una Polo Wolksvagen per rientrare a casa. In quel momento qualcuno si sarebbe affiancato all’auto ed avrebbe sparato. A quel punto l’uomo in preda al panico avrebbe tentato prima di ingranare la retromarcia e poi di scendere dall’auto per sfuggire al suo destino. Ma i killer lo avrebbero raggiunto e freddato. Residente a Badolato Marina da un anno,Ierinò fino al 2004 aveva lavorato come autista per la ditta di Cosimo Luzzi, considerato vicino al clan Metastasio, a Stignano, solo da dieci giorni era alle dipendenze della ditta Ranieri che ha avuto in gestione il porto dalla società Salteg. Al momento dell’agguato i familiari dei Ranieri si trovavano al porto e che, spaventati dagli spari esplosi, si siano rifugiati negli uffici avvertendo la Compagnia dei carabinieri di Soverato al comando del capitano Giorgio Broccone e il tenente Giancarlo Russo. 

Straziante la scena dell’arrivo della moglie di Ierinò, Monica, in stato avanzato di gravidanza, che ha scorto il cadavere del marito da lontano intuendo l’avvenuta tragedia. La donna è stata colta da malore e trasportata in ospedale. Cosimo Ierinò aveva già un altro figlio.

Il suocero della vittima è stato ucciso in un agguato 20 anni fa, nel centro abitato di Badolato da due killer in motocicletta, mentre rientrava nel carcere. 

Aveva lasciato la sua cosca di riferimento, quella dei Leuzzi, ed aveva deciso di mettersi in proprio Cosimo Ierinò. Nel 2007 Ierinò, secondo la ricostruzione degli investigatori, sparò alcuni colpi di fucile contro Spatari e successivamente quest’ultimo tentò, a sua volta, di uccidere lo stesso Ierinò. Dopo questi due attentati venne deciso l’omicidio di Cosimo Ierinò, che fu eseguito materialmente da Andrea Sotira. Per individuare l’esecutore e i mandanti dell’omicidio la Dda di Catanzaro si è avvalsa delle dichiarazioni di due collaboratori di giustizia. I particolari delle indagini sono stati resi noti stamani dal procuratore di Catanzaro, Vincenzo Antonio Lombardo, dal procuratore aggiunto Giovanni Bombardieri e dai vertici dei carabinieri del Comando provinciale di Catanzaro e della Compagnia di Soverato. «L’omicidio di Ierinò – ha detto il Procuratore Lombardo – ha fatto molto scalpore negli ambienti della ‘ndrangheta. Ierinò si era allontanato dalla cosca Leuzzi e non era ritenuto più affidabile. Dopo due attentati aveva deciso di mettersi in proprio e questo ha provocato la sua uccisione. Grazie ad una serie di indagini, e alle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, siamo stati in grado di ricostruire quanto è avvenuto nell’area al confine tra le province di Catanzaro e Reggio Calabria».   Bombardieri ha aggiunto che agli arresti di stamani si è giunti «al termine di un lavoro investigativo intenso e che ha trovato riscontri nelle dichiarazioni di due collaboratori di giustizia. Siamo ora riusciti a ricostruire le dinamiche delle cosche in quel territorio».

 

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