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ROMA – E’ stato ingannato e ucciso, con un’esecuzione a sangue freddo, da un suo vecchio amico di scuola cresciuto con lui nella stessa borgata. È un romano di 47 anni il killer di Paolo Marfurt, ucciso la sera del 3 ottobre 2012 a Vermicino, alla periferia sud di Roma. L’uomo è finito in manette assieme ad altre due persone, di 43 e 38 anni, tutti arrestati dai carabinieri carabinieri del Nucleo Investigativo di Frascati con l’ausilio di quelli del Comando provinciale di Crotone. 

La vittima faceva affari con un’agenzia assicurativa di pratiche auto a Torre Angela, il quartiere della Capitale dove viveva. E proprio i suoi amici e soci avrebbero progettato il suo omicidio, a causa del suo carattere litigioso e in particolare per la sua insistente voglia di arricchirsi sempre di più con quel giro d’affari, sul quale gli investigatori stanno tentando di fare luce. 
I contrasti principali erano sorti con il 38/enne, un calabrese con precedenti per droga, il quale era in stretti rapporti con l’altro amico, il titolare dell’agenzia di 43 anni, romano ma anche lui di origini calabresi. Il sospetto è che attraverso quell’ufficio siano stati ricettate auto e riciclato denaro sporco. Proprio il titolare dell’agenzia di pratiche auto avrebbe organizzato il tranello e procurato un appuntamento a Marfurt con l’altro amico di vecchia data, il 47/enne che ha poi ucciso la vittima. Si sono diretti insieme in un ristorante dove spesso cenavano, hanno attraversato una stradina oscura tra i vigneti, probabilmente con la scusa di discutere di un affare e qui Marfurt è stato ucciso con un colpo alla testa e quattro al torace. Le indagini proseguono e al momento non è escluso che tra gli arrestati, qualcuno avesse rapporti con la ‘ndrangheta.
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