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CATANZARO – Dopo l’avviso di conclusione indagini emesso all’inizio di novembre, è arrivata la richiesta di rinvio a giudizio avanzata dalla Procura della Repubblica di Catanzaro nell’ambito dell’inchiesta che ha riguardato il Consorzio di Bonifica Alli Punta di Copanello, e che ha coinvolto il suo presidente, Grazioso Manno, accusato di abuso d’ufficio. Il sostituto procuratore Domenico Guarascio, titolare delle indagini, ha chiesto al giudice dell’udienza preliminare di Catanzaro di mandare sotto processo Manno, a causa di presunte assunzioni irregolari e destinazione sospetta dei lavoratori. 

Dall’inchiesta è emerso, secondo gli investigatori, che nove persone sarebbero state assunte a seguito di chiamata diretta e non, invece, con un concorso ad hoc o facendo ricorso alle graduatorie del collocamento. Le assunzioni, poi, sarebbero state giustificate con le necessità legate alla realizzazione della diga sul fiume Melito mentre, invece, i lavori dell’immensa struttura erano sospesi. Risale al periodo compreso tra il luglio 2009 ed il maggio 2010 la presunta commissione degli illeciti ipotizzati a carico di Manno, nella sua qualità di ex commissario del Consorzio, in relazione all’assunzione a tempo indeterminato delle nove persone in questione. Lavoratori che, inoltre, non avrebbero neppure messo piede nelle strutture destinate alla loro attività, mentre due di loro, in particolare, sarebbero stati destinati a svolgere altrove il proprio lavoro. Una ricostruzione, quella della pubblica accusa, che allo stato rimane un’ipotesi tutta da verificare e rispetto alla quale, ora, accusa e difesa si confronteranno prima che il giudice decida se mandare Manno sotto processo.
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