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REGGIO CALABRIA – La Polizia di stato di Reggio Calabria ha eseguito un provvedimento, emesso dal Tribunale dei Minori della cittàdello Stretto, per l’affido in comunità di un adolescente inserito in una famiglia appartenente ad una delle principali consorterie mafiose della provincia reggina. Il provvedimento, secondo quanto comunicato dalla Questura, «discende dal tentativo di recupero di giovani, costretti a subire pregiudizio dall’ambiente «mafioso» di provenienza, mediante la collocazione degli stessi in apposite comunità e affido ai Servizi Sociali ed all’Ufficio Minori della Questura per le opportune attività volte alla rieducazione sociale dello stesso» e «costituisce un concreto contributo volto ad arginare in via preventiva il fenomeno mafioso agendo sulle condizioni di vita dei giovani ed offrendogli una opportunità alternativa». Il provvedimento confermato dalla Corte d’Appello, che ha avallato la tesi del recupero deel giovanie sostenuta dal Tribunale dei Minorenni, è stato eseguito da personale della Polizia di Stato appartenente all’Ufficio Minori della Questura, dal Servizio Sociale del comune competente per territorio oltre che dall’Ufficio Servizio Sociale del Dipartimento Giustizia Minorile della città. Il decreto d’affido, puntualizza la Questura, « non riveste carattere di afflittività e la sua genesi non è data dalla semplice appartenenza del minore ad una famiglia ‘mafiosà ma è conseguente ad una ponderata valutazione di una situazione di disagio e di devianza del minore per rimediare alla quale ,in assenza di validi modelli educativi di riferimento, viene offerta un’alternativa culturale all’adolescente per evitarne una definitiva strutturazione criminale». La fase dell’esecuzione del provvedimento, caratterizzata da situazioni di criticità collegate al difficile contesto socio ambientale manifestamente ostile al rispetto delle regole e della legalità, si è conclusa, fa rilevare la Questura, senza alcun problema «grazie alla professionalità ed alla competenza degli operatori della Polizia di Stato che hanno operato sotto la sapiente regia del Questore Guido Longo che ha preventivato e disposto l’adozione delle cautele che la delicatezza del caso richiedeva» .
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