«E’ un paese pittoresco, nel quale la configurazione urbanistica è stata rispettata»
Vittorio Sgarbi promuove Pisticci
Il celebre critico d’arte in visita privata nel centro storico della cittadina
PISTICCI – La visita informale di Vittorio Sgarbi a Pisticci si è trasformata in una occasione per presentare ad uno dei più famosi critici d’arte italiani il patrimonio artistico ed architettonico del centro storico, con don Rocco Rosano che ha fatto da cicerone fra la chiesa Madre, la Concezione e la chiesa di San Rocco, chiusa di recente per questioni di ordine idrogeologico che ne minano la stabilità. Sgarbi, che ha mantenuto la promessa fatta alcuni mesi fa all’archeologa pisticcese ed amica Erminia Lapadula, ha passeggiato la sera del 30 dicembre tra Terravecchia e Dirupo, apprezzando alcune delle bellezze di Pisticci dalle quali è rimasto particolarmente colpito. «Ho visto la chiesa Madre con importanti dipinti, la chiesa della Concezione con quel bellissimo soffitto e questa chiesa – spiega Sgarbi in piazza Plebiscito – che ha problemi statici per lo smottamento del terreno e che merita di essere messa in sicurezza. E poi ho visto un paese pittoresco, con le sue architetture ed una rispettata configurazione urbanistica. Perfino in questo edificio moderno dell’agenzia delle entrate è evidente il tentativo di non violare le tipologie che rendono questo paese integro e gradevole. E’ un segnale di buona civiltà anche in tempi difficili perché negli ultimi cinquant’anni l’edilizia è stata violentemente distruttiva rispetto alle tipologie architettoniche tradizionali, che invece sono la ragione di interesse di Pisticci».
La presenza di un personaggio del calibro di Sgarbi ha destato notevole curiosità. In breve tempo la notizia si è diffusa nel centro abitato ed in tanti hanno raggiunto la comitiva con la quale il critico si stava intrattenendo. Ne sono venuti fuori anche alcuni simpatici siparietti del tutto spontanei, grazie alla disponibilità dell’ospite che non si è negato a posare in foto con tutti coloro che glielo hanno chiesto, accettando volentieri l’invito a condividere un trancio di pizza d’asporto con un passante che gliel’ha offerta, l’invito nel panificio Non Solo Pane di Camardo dove si è messo al banco a distribuire biscotti e quello nella pasticceria Cazzati: «Credo – ha commentato Sgarbi – che meriterà di essere segnalata a Slow Food per la particolarità di due o tre di questi dolci che mi hanno fatto assaggiare e che sono veramente singolari».
Poi si torna a parlare di bellezze architettoniche e delle potenzialità inespresse da una città che pure possiederebbe qualche carta da giocarsi. «Ma questo – spiega Sgarbi – é un problema che riguarda tutta l’Italia ed aveva avuto una premessa significativa molto remota agli inizi del turismo moderno, che è prettamente balneare e montano. In Puglia, infatti, c’è una città, Alberobello, che fu fin da subito considerata, come potrebbe essere Pisticci, per la sua natura pittoresca e memorabile. Lì hanno intuito molto tempo fa che quella configurazione dei trulli avrebbe potuto essere motivo d’attrazione. E’ evidente però che questo esempio non è stato sufficiente per indirizzare la politica verso la tutela e la valorizzazione di altri posti come quello. Solo nel meridione ci sono almeno 200 centri che meritano di essere visti e di cui nessuno ha notizia, da Morano Calabro, a Fuscaldo, ad Altomonte in Calabria oppure a Pisticci, Craco, Stigliano, Miglionico, Montescaglioso, Ferrandina in Basilicata. E per ognuno di questi va fatta una promozione che non è stata fatta. E’ una lacuna grave dal punto di vista psicologico e politico. Quello che dico di Pisticci può essere detto per molti luoghi d’Italia che non riescono ad avere la forza di attrazione che la loro bellezza presuppone». E’ nelle pieghe di questo ragionamento che s’innesta una vena polemica. «Non è facile recuperare il tempo perduto con i politici che abbiamo – prosegue Sgarbi – generalmente ignoranti, poco curiosi e volti a dei deliri, come avviene nella regione più umiliata d’Italia che è la Puglia, attraverso la moda grottesca, criminale e mafiosa dell’eolico. Se uno pensa di mettere le pale eoliche in luoghi del genere, o anche a Matera, andrebbe preso ed arrestato. La vera mafia non è quella di Ingroia, che la vede dove non c’è. La mafia è quella di chi ha rovinato il paesaggio per speculazioni tra politici e imprenditori».
Fuor di polemica resta il messaggio autorevole di un critico di riconosciuto spessore: «Anche a Pisticci ci sono le potenzialità che, altrove, hanno saputo sfruttare. C’è una bellezza che può essere trasformata in attrattiva». La sua non è una ricetta originale, perché non serve una ricetta originale, ma un progetto che funzioni e nel quale credere davvero con entusiasmo. Forse lo sapevamo già. Adesso ce lo ha detto anche Sgarbi, ma essere artefici della nostra fortuna continua a dipendere solo da noi.
Roberto D’Alessandroprovinciamt@luedi.it
PISTICCI – La visita informale di Vittorio Sgarbi a Pisticci si è trasformata in una occasione per presentare ad uno dei più famosi critici d’arte italiani il patrimonio artistico ed architettonico del centro storico, con don Rocco Rosano che ha fatto da cicerone fra la chiesa Madre, la Concezione e la chiesa di San Rocco, chiusa di recente per questioni di ordine idrogeologico che ne minano la stabilità. Sgarbi, che ha mantenuto la promessa fatta alcuni mesi fa all’archeologa pisticcese ed amica Erminia Lapadula, ha passeggiato la sera del 30 dicembre tra Terravecchia e Dirupo, apprezzando alcune delle bellezze di Pisticci dalle quali è rimasto particolarmente colpito. «Ho visto la chiesa Madre con importanti dipinti, la chiesa della Concezione con quel bellissimo soffitto e questa chiesa – spiega Sgarbi in piazza Plebiscito – che ha problemi statici per lo smottamento del terreno e che merita di essere messa in sicurezza. E poi ho visto un paese pittoresco, con le sue architetture ed una rispettata configurazione urbanistica. Perfino in questo edificio moderno dell’agenzia delle entrate è evidente il tentativo di non violare le tipologie che rendono questo paese integro e gradevole. E’ un segnale di buona civiltà anche in tempi difficili perché negli ultimi cinquant’anni l’edilizia è stata violentemente distruttiva rispetto alle tipologie architettoniche tradizionali, che invece sono la ragione di interesse di Pisticci».La presenza di un personaggio del calibro di Sgarbi ha destato notevole curiosità. In breve tempo la notizia si è diffusa nel centro abitato ed in tanti hanno raggiunto la comitiva con la quale il critico si stava intrattenendo. Ne sono venuti fuori anche alcuni simpatici siparietti del tutto spontanei, grazie alla disponibilità dell’ospite che non si è negato a posare in foto con tutti coloro che glielo hanno chiesto, accettando volentieri l’invito a condividere un trancio di pizza d’asporto con un passante che gliel’ha offerta, l’invito nel panificio Non Solo Pane di Camardo dove si è messo al banco a distribuire biscotti e quello nella pasticceria Cazzati: «Credo – ha commentato Sgarbi – che meriterà di essere segnalata a Slow Food per la particolarità di due o tre di questi dolci che mi hanno fatto assaggiare e che sono veramente singolari».Poi si torna a parlare di bellezze architettoniche e delle potenzialità inespresse da una città che pure possiederebbe qualche carta da giocarsi. «Ma questo – spiega Sgarbi – é un problema che riguarda tutta l’Italia ed aveva avuto una premessa significativa molto remota agli inizi del turismo moderno, che è prettamente balneare e montano. In Puglia, infatti, c’è una città, Alberobello, che fu fin da subito considerata, come potrebbe essere Pisticci, per la sua natura pittoresca e memorabile. Lì hanno intuito molto tempo fa che quella configurazione dei trulli avrebbe potuto essere motivo d’attrazione. E’ evidente però che questo esempio non è stato sufficiente per indirizzare la politica verso la tutela e la valorizzazione di altri posti come quello. Solo nel meridione ci sono almeno 200 centri che meritano di essere visti e di cui nessuno ha notizia, da Morano Calabro, a Fuscaldo, ad Altomonte in Calabria oppure a Pisticci, Craco, Stigliano, Miglionico, Montescaglioso, Ferrandina in Basilicata. E per ognuno di questi va fatta una promozione che non è stata fatta. E’ una lacuna grave dal punto di vista psicologico e politico. Quello che dico di Pisticci può essere detto per molti luoghi d’Italia che non riescono ad avere la forza di attrazione che la loro bellezza presuppone». E’ nelle pieghe di questo ragionamento che s’innesta una vena polemica. «Non è facile recuperare il tempo perduto con i politici che abbiamo – prosegue Sgarbi – generalmente ignoranti, poco curiosi e volti a dei deliri, come avviene nella regione più umiliata d’Italia che è la Puglia, attraverso la moda grottesca, criminale e mafiosa dell’eolico. Se uno pensa di mettere le pale eoliche in luoghi del genere, o anche a Matera, andrebbe preso ed arrestato. La vera mafia non è quella di Ingroia, che la vede dove non c’è. La mafia è quella di chi ha rovinato il paesaggio per speculazioni tra politici e imprenditori». Fuor di polemica resta il messaggio autorevole di un critico di riconosciuto spessore: «Anche a Pisticci ci sono le potenzialità che, altrove, hanno saputo sfruttare. C’è una bellezza che può essere trasformata in attrattiva». La sua non è una ricetta originale, perché non serve una ricetta originale, ma un progetto che funzioni e nel quale credere davvero con entusiasmo. Forse lo sapevamo già. Adesso ce lo ha detto anche Sgarbi, ma essere artefici della nostra fortuna continua a dipendere solo da noi.