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ROCCABERNARDA (KR) – Un dipendente del Comune di Roccabernarda, nel crotonese, un’avvocatessa ed altre due persone sono indagate nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Crotone, condotta dalla Digos, per avere rilasciato carte d’identità autentiche ad oltre 100 cittadini brasiliani attestando, falsamente, la loro cittadinanza italiana per ‘iure sanguinis’, senza averne accertato i requisiti.
Ai quattro sono stati notificati avvisi di garanzia in cui si ipotizzano, a vario titolo, i reati di falso ideologico, falso di privato in atto pubblico e abuso d’ufficio. La Digos, con la collaborazione della squadra mobile e dell’ufficio passaporti ha anche provveduto a perquisire le abitazioni degli indagati e l’ufficio anagrafe del comune di Roccabernarda. A far partire l’inchiesta è stato un agente dell’ufficio passaporti della Questura di Crotone che si è insospettito per l’alto numero di cittadini brasiliani, in alcuni casi intere famiglie, che chiedevano il rilascio del documento esibendo carte d’identità italiane in una realtà in cui non è presente una comunità brasiliana. Le indagini avviate dalla Digos, che sono ancora nella fase iniziale, hanno portato gli investigatori a L.A., di 56 anni, dipendente del Comune, all’avvocatessa P.F. (42), ed a P.F. (28) e L.R.A. (38), ritenuti i curatori della parte logistica. Il rilascio delle carte d’identità autentiche a persone che non ne avevano diritto, secondo quanto emerso dalle indagini andava avanti dal 2006 all’insaputa del sindaco. I cittadini brasiliani, arrivati in Italia con permesso turistico, presentavano regolare richieste di riconoscimento di cittadinanza italiana, anche se avrebbero dovuto fare la pratica nel paese di origine presso il Consolato Italiano. Nonostante questo e senza attendere l’esito dell’istruttoria, il dipendente comunale rilasciava la carta.
Le indagini proseguono, non solo in Calabria ma anche in Brasile, tramite l’Interpol, e nei Paesi dell’Unione Europea. Con la carta d’identità italiana, infatti, i cittadini brasiliani potevano girare liberamente per i Paesi dell’Ue ed ottenere il passaporto in una qualsiasi Questura per andarsene in un qualsiasi Paese del mondo. Nessuno dei brasiliani ai quali è stato rilasciato il documento, infatti, risulta vivere in Calabria.
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