10 Domande a Sergio Marchionne e a John Elkann
Egregi Dottori Marchionne ed Elkann, come saprete i primi ad essere preoccupati e interessati alla difesa e al rilancio degli stabilimenti Fiat sono e saranno sempre le lavoratrici e i lavoratori le loro famiglie, le comunità locali, come dimostrano le proposte avanzate dalla Fiom-Cgil e dalla Cgil sin dalla prima presentazione del “fantomatico piano industriale Fabbrica Italia”, temi ben diversi dalla penalizzazione dei lavoratori che stanno male, dal divieto ad esercitare il diritto costituzionalmente garantito allo sciopero, dalla costante pratica di discriminazione in base alle idee o affiliazioni sindacali. Le centinaia di accordi sottoscritti dalla Fiom-Cgil , ne sono la prova più lampante.
Alla vigilia della vostra venuta in Basilicata, vi poniamo 10 semplici domande e lo facciamo perché non rinunciamo a svolgere il nostro compito fino in fondo. Perchè non ci interessano promesse vaghe o interventi tampone, ma vogliamo certezze e condizioni reali per fare bene il nostro mestiere di operai, tecnici, impiegati e di sindacalisti. In Fiat come nelle tante imprese dell’indotto.
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1) Per il sito di Melfi ( SATA e INDOTTO ) cosa pensate della proposta della Fiom-Cgil Basilicata e della Cgil, di scommettere, sul distretto meridionale per lo sviluppo di un polo industriale strategico del Mezzogiorno, con una specializzazione sempre maggiore sulle auto a minor impatto ambientale, scommettendo proprio sul sito lucano (e relativo indotto) come un punto di eccellenza?
2) Cosa pensate della nostra proposta, di un Accordo Quadro Nazionale ove far confluire le risorse della nuova programmazione comunitaria 2013 e 2014-2020, specifico per l’automotive dedicato a interventi su ricerca ed innovazione, a nuovi prodotti e tecnologie per l’auto e nuovi sistemi di mobilità sostenibile? La Fiat parteciperebbe con proprie risorse a tale Accordo Quadro Nazionale a favore di un piano straordinario di investimenti su nuove propulsioni a minor impatto ambientale, nuovi materiali, risparmio energetico, city car intelligenti?
3) Cosa pensate della proposta di modificare la missione dell’ancora non costituito Campus tecnologico lucano, finalizzandolo anche sulla ricerca di nuovi prodotti e servizi per la filiera dell’auto?
4) In attesa di capire come si intendono saturare i livelli produttivi di Melfi, siete disponibile a garantire che la nuova Punto continuerà ad essere prodotta esclusivamente nello stabilimento SATA?
5) Non ritenete che sia giunto il momento di chiudere la stagione della contrapposizione tra diritti e lavoro, reintegrando i tre iscritti alla Fiom-Cgil in ottemperanza alla sentenza della Corte di Appello per tornare a parlare del merito reale delle questioni e del futuro di un’azienda così importante per il Paese?
6) Quanto è moderna una concezione delle relazioni industriali dove si riconosce come interlocutore solo e sempre chi si dice d’accordo con Lei?
7) Ora che Fabbrica Italia non c’è più (parole sue), come pensa di recuperare il terreno perso rispetto agli altri costruttori che hanno scelto di investire sin da subito su nuovi modelli, proprio sulle fasce di consumo più popolari dove la Fiat manteneva quote interessanti? Pensa realmente che si potrà competere esclusivamente riconvertendo la Fiat sulle auto di alta gamma e su auto fortemente energivore come i SUV?
8) Non ritenete fondate le preoccupazioni dei principali analisti del settore che paventano un rapido spostamento del “cuore” e della “testa” di Fiat dall’Italia agli Usa, con una perdita evidente di valore aggiunto per l’intero sistema Italia?
9) Non sarebbe oggi un segnale di reale volontà, per mantenere gli stabilimenti italiani e gli attuali livelli occupazionali, la scelta di remunerare di meno in termini finanziari i soci, e utilizzare i contratti di solidarietà come fatto in Germania per affrontare in modo, più equo e solidale, la crisi del settore auto ridistribuendo tra tutti i lavoratori orario di lavoro e salario?
10) Degli impatti sociali di un nuovo piano che se non riuscisse a saturare le attuali capacità produttive degli stabilimenti italiani (e relativi occupati), prediligendo modelli di gamma alta e Suv, con ulteriori ed ancora lunghi periodi di cassa integrazione, ne ha discusso con il Governo, durante il lungo colloquio avuto nei mesi passati? A quali conclusioni siete giunti?
19 Dicembre 2012 FIOM-CGIL Basilicata
Ecco le dieci domande che la Fiom-Cgil gira ai vertici del Lingotto:
Egregi Dottori Marchionne ed Elkann, alla vigilia della vostra venuta in Basilicata, vi poniamo 10 semplici domande e lo facciamo perché non rinunciamo a svolgere il nostro compito fino in fondo:
1) Per il sito di Melfi ( SATA e INDOTTO ) cosa pensate della proposta della Fiom-Cgil Basilicata e della Cgil, di scommettere, sul distretto meridionale per lo sviluppo di un polo industriale strategico del Mezzogiorno, con una specializzazione sempre maggiore sulle auto a minor impatto ambientale, scommettendo proprio sul sito lucano (e relativo indotto) come un punto di eccellenza?
2) Cosa pensate della nostra proposta, di un Accordo Quadro Nazionale ove far confluire le risorse della nuova programmazione comunitaria 2013 e 2014-2020, specifico per l’automotive dedicato a interventi su ricerca ed innovazione, a nuovi prodotti e tecnologie per l’auto e nuovi sistemi di mobilità sostenibile? La Fiat parteciperebbe con proprie risorse a tale Accordo Quadro Nazionale a favore di un piano straordinario di investimenti su nuove propulsioni a minor impatto ambientale, nuovi materiali, risparmio energetico, city car intelligenti?
3) Cosa pensate della proposta di modificare la missione dell’ancora non costituito Campus tecnologico lucano, finalizzandolo anche sulla ricerca di nuovi prodotti e servizi per la filiera dell’auto?
4) In attesa di capire come si intendono saturare i livelli produttivi di Melfi, siete disponibile a garantire che la nuova Punto continuerà ad essere prodotta esclusivamente nello stabilimento SATA?
5) Non ritenete che sia giunto il momento di chiudere la stagione della contrapposizione tra diritti e lavoro, reintegrando i tre iscritti alla Fiom-Cgil in ottemperanza alla sentenza della Corte di Appello per tornare a parlare del merito reale delle questioni e del futuro di un’azienda così importante per il Paese?
6) Quanto è moderna una concezione delle relazioni industriali dove si riconosce come interlocutore solo e sempre chi si dice d’accordo con Lei?
7) Ora che Fabbrica Italia non c’è più (parole sue), come pensa di recuperare il terreno perso rispetto agli altri costruttori che hanno scelto di investire sin da subito su nuovi modelli, proprio sulle fasce di consumo più popolari dove la Fiat manteneva quote interessanti? Pensa realmente che si potrà competere esclusivamente riconvertendo la Fiat sulle auto di alta gamma e su auto fortemente energivore come i SUV?
8) Non ritenete fondate le preoccupazioni dei principali analisti del settore che paventano un rapido spostamento del “cuore” e della “testa” di Fiat dall’Italia agli Usa, con una perdita evidente di valore aggiunto per l’intero sistema Italia?
9) Non sarebbe oggi un segnale di reale volontà, per mantenere gli stabilimenti italiani e gli attuali livelli occupazionali, la scelta di remunerare di meno in termini finanziari i soci, e utilizzare i contratti di solidarietà come fatto in Germania per affrontare in modo, più equo e solidale, la crisi del settore auto ridistribuendo tra tutti i lavoratori orario di lavoro e salario?
10) Degli impatti sociali di un nuovo piano che se non riuscisse a saturare le attuali capacità produttive degli stabilimenti italiani (e relativi occupati), prediligendo modelli di gamma alta e Suv, con ulteriori ed ancora lunghi periodi di cassa integrazione, ne ha discusso con il Governo, durante il lungo colloquio avuto nei mesi passati? A quali conclusioni siete giunti?