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COSENZA – Le mani dei boss si potrebbero essere allungate sugli ospedali cosentini: un business legato agli appalti, ma anche alle assunzioni del personale precario. Sarà una commissione d’accesso a far luce sui sospetti: lo ha disposto il prefetto di Cosenza, Raffaele Cannizzaro che ha firmato il provvedimento, inviando i propri funzionari all’Azienda sanitaria di Cosenza. L’accesso avrà la durata di tre mesi, prorogabili di altri tre. La decisione, secondo quanto riferisce un comunicato della Prefettura, è stata presa «per accertare la sussistenza di eventuali tentativi di infiltrazione mafiosa nell’azienda, anche per soddisfare l’esigenza della massima trasparenza».
Nel mirino delle indagini, ci saranno soprattutto gli incartamenti relativi ai nosocomi della fascia tirrenica, a partire da quello di Cetraro. E’ in quei presìdi, secondo i sospetti, che i clan della ‘ndrangheta sarebbero riusciti a insinuarsi arrivando a gestire gli appalti per i servizi affidati ad aziende esterne. Ma un altro capitolo riguarda anche le assunzioni del personale a tempo determinato. Fra i precari si ipotizza infatti che possano esserci affiliati alle cosche o persone indicate dai boss che così riuscivano di fatto a controllare la gestione dei precari della sanità, un esercito che in provincia di Cosenza conta 439 persone.
L’arrivo della commissione d’accesso all’Asp di Cosenza «era atteso dal direttore generale in quanto in più occasioni aveva denunciato lo stato di grave criticità e complessità presente nell’Asp di Cosenza per come si rilevava dalla continua richiesta di atti amministrativi relativi agli anni passati delle precedenti gestioni da parte dell’autorità giudiziaria» scrive in una nota lo stesso manager dell’Asp, Gianfranco Scarpelli. Nella nota si aggiunge che «in questo anno di gestione del direttore generale Gianfranco Scarpelli sono state evidenziate diverse problematiche derivanti dalle gestioni precedenti, dalle stabilizzazioni alla grave problematica dell’elevato numero di precari al notevole contenzioso con gli erogatori privati relativo agli anni dal 2004 al 2008. Inoltre in questo anno di gestione si è cercato di regolamentare tutte le procedure relative all’acquisizione di beni e servizi e di tutte le attività contrattuali nel rispetto della massima legalità e trasparenza nonostante le evidenti difficoltà presenti per comportamenti e mentalità difficile da rimuovere e cambiare. Sicuramente verranno esaminate tutte le problematiche relative al personale – afferma ancora il manager dell’Asp – già oggetto di indagine da parte dall’autorità giudiziaria anche alla luce della recente sentenza della Corte dei Conti». Ad ogni modo, «la Commissione d’accesso è stata accolta con grande serenità e soddisfazione da parte del direttore generale che ha dato la più ampia, continua e concreta disponibilità alla collaborazione al fine di fare chiarezza sulla gestione attuale e quella relativa agli anni precedenti – conclude la nota – per poter finalmente soddisfare le esigenze di massima trasparenza».
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