REGGIO CALABRIA – La mafia calabrese in Liguria avrebbe tenuto rapporti anche con un personaggio dello staff della Juventus (ancora non identificato). E’ quanto emerge dalle carte dell’indagine “La svolta”, a margine della quale una settimana fa gli uomini della Dda di Genova hanno arrestato 15 persone (13 gli indagati in stato di libertà) ritenute appartenenti alla criminalità organizzata. Dalle circa 500 pagine dell’ordinanza risaltano contatti, particolari e retroscena, gli intrecci eccellenti con la politica locale, con uomini delle Forze dell’ordine e della magistratura che decidono di passare dalla parte opposta. Un fenomeno ormai frequente anche nella inchieste di mafia al Nord. Ma l’ultima operazione su ‘ndrangheta e politica che ha investito il Ponente ligure “svela” soprattutto la forte “influenza ambientale” del patriarca dei clan calabresi in Liguria, Giuseppe Marcianò.
Il vecchio “Zio Peppino”, come veniva chiamato dai “compari”, sapeva trattare. Non era solo il capo della “locale” di ‘ndrangheta a Ventimiglia. La sua era una cosca divenuta fortemente indipendente pur mantenendo i legami con le cosche calabresi dei Piromalli, Alvaro e Pelle. E tra le attività perseguite dal suo clan c’era anche quella della speculazione immobiliare, pur non avendo, qualche volta, le appropriate capacità finanziarie. Ma sapeva muoversi il 79enne presunto capomafia originario di Delianuova. E quando Marcianò doveva “contrattare” un nuovo affare aveva l’abitudine di organizzare cene e banchetti nel bar ristorante “Le volte” di Ventimiglia, gestito da sua moglie. E’ il 5 settembre del 2010, seduti ad un tavolo del locale ritenuto dagli inquirenti “crocevia di summit mafiosi e di cene elettorali”, viene intercettato un geometra di Riva Ligure mentre propone a Marcianò un “affare edilizio per diverse centinaia di migliaia di euro.
I due studiano come approfittare dell’occasione prospettata in seguito ad una telefonata ricevuta dal geometra da una certa “Carmen”, una donna di Riva Ligure disposta a cedere un terreno di sua proprietà per appianare un debito che la stessa ha con le banche per oltre 600 mila euro. Forse si tratta di terreni in gran parte edificabili. E’ a questo punto che nella discussione viene tirato in ballo “uno di Torino legato allo staff della Juventus”.