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PALMI (Reggio Calabria) – «Questo caso specifico è paradigmatico di quello che accade nella nostra terra: si può rischiare la vita per un fatto che definire futile è poco». Lo ha dichiarato il procuratore capo di Palmi Giuseppe Creazzo nel dare notizia, questa mattina, dell’arresto di quattro persone di Sinopoli, nel reggino, accusate di tentato omicidio ai danni di un minore. Tutto sarebbe scaturito da una sigaretta negata. Gli arrestati sono Domenico Furina, già noto agli inquirenti, di 55 anni, Giuseppe Violi, 20 anni, Giuseppe Romeo, 19enne, e Antonio Giacobbe Vitalone, di 21.
Risulta indagato anche un minorenne, del suo caso però si occuperà la procura dei minori di Reggio Calabria. I quattro finiti in manette questa mattina sono accusati in concorso del tentato omicidio di un minorenne di Sant’Eufemia d’Aspromonte avvenuto il 24 agosto scorso nella pineta del piccolo centro aspromontano. L’attività di indagine, condotta dai carabinieri del Nucleo operativo di Villa San Giovanni e dalle stazioni di Sinopoli e Sant’Eufemia, è stata coordinata dal sostituto procuratore di Palmi Salvatore Dolce. I particolari dell’operazione sono stati resi noti questa mattina nel corso di una conferenza stampa tenutasi in procura a Palmi. All’origine del tentato omicidio, secondo quanto dichiarato dagli inquirenti, ci sarebbe un banale diverbio avvenuti alcuni giorni prima dell’aggressione tra Furina e la vittima, nelle vicinanze di un bar di Sant’Eufemia. L’uomo avrebbe chiesto aiuto al giovane per comprare delle sigarette a un distributore. L. C., la vittima, gli avrebbe risposto che non fumava e che, quindi, non poteva aiutarlo. Un rifiuto che Furina avrebbe interpretato come una presa in giro, innescando una serie di ritorsioni nei confronti del minore. Una serie di minacce e il pestaggio di C. L. a opera dei tre giovani arrestati su mandato proprio di Furina. L’ultima aggressione, perpetrata con calci e pugni e culminata con l’accoltellamento alla spalla dei minore, attuate durante un torneo di calcetto che si stava svolgendo a Sant’Eufemia. Il pronto intervento dei carabinieri, che hanno letteralmente messo sotto torchio la vittima nelle ore successive al delitto, ha permesso di ricostruire la vicenda e recuperare l’arma nel delitto all’interno della pineta. Altre persone, secondo quanto appreso, sarebbero state coinvolte nel pestaggio, ma non sono state ancora identificate.
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