Ha sparigliato le già confuse carte in tavola del centrodestra l’annuncio di Berlusconi di voler scender in campo per le prossime elezioni politiche. Se non hanno perso tempo i fedelissimi lucani del Pdl, i senatori Cosimo Latronico e Guido Viceconte, hanno garantito un sostegno incondizionato, molto più scettico è il consigliere regionale Ganni Rosa che si dice molto più preoccupato dalla necessità di recuperare la credibilità di un partito «ormai compromessa». Ma il ritorno sulla scena politica del Cavaliere confonde anche le acque degli ex An. Ne è ben consapevole il senatore e coordinatore regionale di Futuro e libertà, Egidio Digilio, che per dicendosi «profondamente rispettoso per il travaglio interno», invita i suoi a seguire la strada del rinnovamento. «Protagonista del nuovo percorso non può essere un uomo solo ma al contrario la politica». Un percorso indicato dal presidente Fini «che abbandona lo schema del recinto pre-costituito e guarda oltre gli steccati ideologici». Quindi chiama i suoi a ritrovarsi intorno al sogno e il proposito di Futuro e Libertà, che «fin dalla sua costituzione è quello di offrire all’Italia un nuovo soggetto liberale ed europeista per archiviare in fretta l’immagine di un centrodestra caricaturale che ha negato ogni principio della storia della destra europea». «Un centrodestra – prosegue Digilio – con una marcata ed identificabile identità di destra sociale, perchè non abbia mai rinunciato a quegli ideali di An. L’opera di ricostruzione del nostro futuro, può e deve partire da qui: da una fase costituente nella quale patriottismo, legalità, innovazione e diritti civili devono costituire gli ingredienti indispensabili di una nuova stagione politica». Sta invece nella discesa in campo di Berlusconi, unica garanzia di un Pdl unita, la via del rinnovamento indicata dal pidiellino Giuseppe Giuzio. «L’unica via credibile» per un partito che con il Cavaliere rinsalda le sue truppe. Un messaggio che Giuizio manda soprattutto a quei “soldati” che hanno minacciato sanzioni ed esclusioni e che che «hanno goduto e continuano a godere delle agiatezze degli incarichi che ricoprono grazie a Silvio Berlusconi». Se c’è qualcuno da rottamare sono coloro «che non hanno prodotto apprezzabili risultati sul territorio». Solo in questo modo la decisione dell’ex premier «non contrasterà minimamente con l’azione di rilancio del progetto politico del Popolo della Libertà e con il rinnovamento della propria classe dirigente del Partito». Ma c’è chi avverte, e in questo caso si tratta di Vincenzo Maida (Centro Studi Jonico “Drus”): «Il marketing non lo può costruire con lo stesso prodotto e la stessa etichetta». Perché per Maida l’unica speranza coloro che pensano di avere un “posto al sole” garantito con il ritorno di Berlusconi – che si sentivano persi fino a qualche giorno fa – si aggrappano all’unica speranza delle capacità mediatiche del loro leader. Una risalita che sarebbe garantita dall’ultima magia promessa dal solito “illusionista”. «Ma questa volta è diverso», avverte Maida. La gente non dimenticherà facilmente nove anni di Governo fatti di leggi ad personam, operazioni di “finanza creativa” per nascondere la gravità della crisi economica in corso. Al contrario, pezzi dell’ex-An, come Giorgia Meloni e Guido Corsetto, «sembrano aver ritrovato un minimo di dignità». «L’uomo è comunque imprevedibile ed ha grandi mezzi, per cui tutto può accadere, ma il percorso questa volta appare più accidentato e per chi cerca con i suoi voti disperatamente una riconferma del seggio parlamentare è troppo presto per stappare lo spumante».