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LOCRI (RC) – Il processo in corso presso il tribunale di Locri nei confronti di Pasquale Barbaro, esponente di spicco dell’omonimo clan di Platì, accusato a vario titolo di reati connessi al traffico di stupefacenti, ha riservato quest’oggi una nuova sorpresa. Nel corso della sua testimonianza il collaboratore di giustizia Raciti, facendo una dichiarazione inedita fino ad oggi, ha spiegato rispondendo alle domande del pm che il tramite tra il gruppo calabrese e le cosche di Cosa Nostra, in particolare dell’area di Catania, per i rapporti e gli affari era un avvocato. A quel punto il pm ha bloccato il testimone di giustizia che stava per fare il nome del legale coinvolto e si è aperta una discussione sul nome in questione con le difese degli imputati. Al momento l’udienza è sospesa in attesa di dirimere la questione.
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