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«Siamo pronti a chiedere di gestire direttamente le attività lucane del Don Uva». Lo ha assicurato il presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, incontrando, in compagnia dell’assessore alla Salute Attilio Martorano, i lavoratori del Don Uva in presidio da diversi giorni sul tetto della struttura. «Posso assicurarvi – ha detto il presidente ai lavoratori – che faremo qualsiasi azione ci sia da far non solo per garantirvi gli stipendi arretrati che attendete ma anche e soprattutto per delineare un percorso che dia certezze sul futuro». Ai lavoratori che sottolineavano la necessità di separare le sorti delle attività lucane dalla gestione pugliese, il presidente ha assicurato che «già domani i nostri legali e i nostri tecnici saranno in Puglia per lavorare alla richiesta di fitto di ramo da azienda da presentare, da parte del sistema sanitario pubblico. Mai – ha aggiunto – potremmo tralasciare le sorti di una struttura importante non solo per le persone che ci lavorano ma anche per le centinaia di persone a cui offre assistenza. E se qualcuno pensa di discriminare le realtà lucane che ad oggi sono sicuramente più solide e, a differenza di quelle pugliesi, vantano conti in ordine, sappia che la battaglia non dovrà farla solo con i lavoratori, ma innanzitutto con il presidente della Regione Basilicata». Sul fronte degli stipendi, l’assessore Martorano ha aggiunto che martedì e venerdì ci saranno due snodi essenziali, tra provvedimenti giudiziari che potrebbero autorizzare il pagamento delle spettanze arretrate e impegni dei vertici aziendali che, comunque, hanno garantito, in caso contrario, l’immediata liquidazione delle spettanze maturate dopo la presentazione dell’istanza di concordato preventivo. «In ogni caso l’azienda Sanitaria del Potentino – ha spiegato l’assessore — non ha svincolato i pagamenti in favore dell’Istituto le cui somme restano, in questo momento, a vostra garanzia». In mattinata anche l’Arcivescovo monsignor Agostino Superbo ha portato la personale solidarietà ai lavoratori. «È una struttura – ha detto – che deve continuare a operare sul territorio regionale». Il prelato ha assicurato la sua personale preghiera affinchè la vertenza possa risolversi al più presto.

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