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RENDE- L’attesa era davvero tanta ieri pomeriggio per il consiglio comunale a Rende. Era la prima riunione dell’assise a due giorni dall’immissione in municipio della Commissione d’accesso voluta dal prefetto, ma soprattutto si parlava della vendita dello stadio Lorenzon.
Il comune ha bisogno di ripianare un disavanzo di amministrazione che tocca quota 12 milioni. Lo ha spiegato l’assessore all’urbanistica, Franco Rossi. Nel suo intervento introduttivo è entrato nel merito annunciando la volontà dell’amministrazione della dismissione dello stadio diviso in cinque lotti. Ciò per dare spazio ad un piano urbanistico preciso. Le opposizioni invece non si sono sottratte alle polemiche. Prima con Mario Bartucci del Pdl che ha rilanciato l’idea di referendum popolare preannunciata. Poi con Innocenzo Palazzo che ha sottolineato il mancato coinvolgimento della cittadinanza su un tema così delicato. Infine con Spartaco Pupo che, senza mezzi termini, ha urlato «giù le mani dal Lorenzon». Il capogruppo del Misto ha annunciaro sin da ora un’eventuale impugnazione dell’approvazione dell’atto e una raccolta firme. E ha spolverato pure una delibera del 1966 con la quale il Comune acquisiva il terreno al prezzo simbolico di una lira dal signor Angelo Bombini, con l’impegno di utilizzarlo per «scopi pubblici». «Ora invece ci costruiscono palazzi» ha sottolineato Pupo.
Cuzzocrea, dell’ Api, invece non si è detto contrario della vendita dello stadio, chiedendosi soprattutto che destino avrà di conseguenza la struttura. Domanda cui il sindaco Cavalcanti ha risposto annunciando, in futuro, una cittadella dello sport ed un nuovo stadio per la squadra di calcio. Il primo cittadino ha anche spiegato che in realtà la scelta della dismissione c’era da tempo, da quattro anni per la precisione, e che già era stata ampiamente discussa e inserita nel piano dismissioni del comune.
«Rende non si identifica nella squadra di calcio – ha aggiunto il capogruppo Pd, Sandro Principe – è invece una operazione che darà certamente maggiore dignità urbanistica alla città. Nel 2001 ero sindaco e con una variante al Prg di allora la zona dove ora sorge il Lorenzon divenne residenziale, con vantaggi per tutti. Così come la scelta del Metropolis in pieno centro». Quindi l’approvazione del punto con i soli voti della maggioranza, tranne Tenuta che ha abbandonato l’aula prima del voto.
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