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PRENDO atto dell’impeccabile autodifesa, confezionata ad arte dal professionista stimato Massimiliano Scarcia. Una logica sofoclea domina la sua arringa, rendendola quasi inattaccabile. Peccato che nè il sottoscritto sulle colonne del Quotidiano, nè tantomeno il signor Ciro Morrone abbiano mai fatto il suo nome, associandolo ai cosiddetti viaggi elettorali. Non ho mai detto che i voti usciti da Terre del sud a bordo di un Ford Transit, siano andati a lui; anzi, l’attento lettore Scarcia avrebbe dovuto notare che, in uno dei miei ultimi pezzi, ho fatto chiaramente capire che il suo rapporto professionale con Morrone (non ho mai parlato d’altro!), sia paragonabile a quello con il fratello di Gianni Di Pierri, quest’ultimo oggi principale accusatore politico nel caso giornalistico aperto dal Quotidiano, ma che, dopo settimane di inspiegabile torpore, ha fatto svegliare anche qualche altro organo di stampa (chissà perchè?). Non scendo nel merito delle considerazioni politiche dell’assessore “con la coda di paglia”, perchè lascio volentieri ai suoi avversari il compito di replicare. Ma sento il dovere di difendere il mio lavoro ed il ruolo dell’informazione onesta ed indipendente, come quella della testata di cui mi onoro di fare parte, e con la quale anche Scarcia ha collaborato in tempi non lontani, che oggi finge di non ricordare. Caro assessore e stimato professionista, è bene lei sappia che io non sono al soldo di nessuno, nè tantomeno mi presto a “progettare articoli di giornale” con chicchessia. Il Quotidiano non ha mai distolto l’attenzione dal drammatico caso di cronaca nera, facendolo finire in una boutade politica. E’ la sua visione distorta dei fatti, che vorrebbe far intendere ciò. Non è così, perchè il sottoscritto è stato il primo e l’unico a denunciare le gravi minacce di tipo mafioso subite da Morrone un anno prima dell’incendio. Atti intimidatori di cui il giovane imprenditore aveva riferito anche alla Distrettuale antimafia. Il Quotidiano è stato il primo e l’unico giornale a visitare i luoghi del disastro, documentando la devastazione prodotta dalle fiamme. Se poi il caso ha preso anche una piega politica, è dipeso dalle dichiarazioni dell’imprenditore, che deciderà come e se dimostrare quanto detto. Quindi, respingo al mittente tutte le accuse, destinate genericamente “alla stampa”, ma chiaramente dirette a me, unico giornalista ad essersi occupato del caso in modo approfondito.
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