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Anni dopo, dicono da queste parti, «la Basilicata ha imparato la lezione della prevenzione del rischio». E il presidente della Regione, Vito De Filippo, richiama l’ultima scossa in terra di terremoti, quella del Pollino, per rafforzare la propria tesi. «A distanza di 32 anni – dice il Governatore – il terremoto del 1980 deve restare per noi un monito ad affrontare il rischio sismico sempre presente con la logica della prevenzione». Il 23 novembre è la data che qui nessuno scorda, chi c’era e chi ha imparato a capire ascoltando ricordi altrui. Nel 1980 la regione ha pagato un tributo alto di vittime e disillusioni: la ricostruzione, 32 anni dopo, non è ancora del tutto conclusa. E che dire della legge ex 219? In Basilicata sono piovuti fondi per industrializzare e creare occupazione, sono nate fabbriche – quasi tutte gestite da imprenditori di fuori regione – che solo tre decenni dopo raccontano di capannoni vuoti, imprese fallite, schiere di dipendenti in mobilità. Resta, però, qualche consapevolezza. E una buona lezione di Protezione civile, dice De Filippo, che la Basilicata ha imparato e continua a sviluppare. «Quanto è successo il 26 ottobre sul Pollino, dove gli effetti di una forte scossa sono stati fortemente attenuati dal buon lavoro fatto sulle strutture e sulla prevenzione in generale, è segno che quella del 1980 è stata una triste lezione che la Basilicata ha saputo mettere a frutto, ma dobbiamo continuare su questa strada e già stiamo lavorando all’esercitazione nazionale di protezione civile che si terrà in Basilicata a metà del prossimo mese di dicembre. Questo – ha concluso il presidente – è anche il miglior modo per onorare la memoria di quanti in quella tragedia, in quelle tragedie, hanno perso la vita».
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