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Le indagini si sono avvalse anche della collaborazione di uno degli indagati che ha deciso di parlare con gli inquirenti. Due indagati, D.S. e L.L., coadiuvati dalle collaboratrici Francesca Anselmo e Vanessa Morano, avevano il compito di effettuare la «denuncia» agli uffici Inps di Reggio Calabria dell’instaurazione di fittizi rapporti di lavoro. La rappresentante del patronato Cgil di Cittanova, Rosangela Galluccio (posta ai domiciliari), secondo gli inquirenti, reclutava e segnalava i lavoratori a fronte della promessa di pagamento di duemila euro a persona, da parte dei braccianti agricoli fittiziamente assunti. Un ruolo determinante era ricoperto dai titolari effettivi o di fatto delle aziende agricole, ossia Arturo Corso, Giuseppe Sibio, Angelo Valenzisi, Salvatore Pepè e Vincenzo Frisina, che provvedevano al reclutamento e alla segnalazione delle persone disposte a figurare fittiziamente come avventizi assunti nel settore del bracciantato agricolo. Nel corso dell’operazione sono stati sequestrati documenti e computer. Gli arresti di oggi si inseriscono in un’attività più ampia che la Procura di Palmi sta conducendo sui braccianti fittizi che ha portato alla luce anche casi di voto di scambio o corruzione elettorale, che, in altre indagini, hanno portato alla richiesta di rinvio a giudizio di esponenti politici, quali l’ex sindaco di Molochio.
LA PRECISAZIONE – «In riferimento alla notizia apparsa su diversi giornali in data odierna, si vuole precisare che la signora Rosangela Galluccio è persona completamente sconosciuta alla Cgil e al patronato Inca, si sottolinea, pertanto, che non ha collaborazioni di nessun titolo con la stessa organizzazione sindacale». È quanto si legge in una nota della segreteria confederale Cgil Piana di Gioia Tauro e del Patronato Inca-Cgil Piana di Gioia Tauro. «Si coglie, invece, l’occasione – prosegue la nota – per fare un plauso alle forze dell’ordine e alla magistratura, per il lavoro svolto e per l’aver evidenziato e portato alla luce fatti su argomenti che noi quotidianamente combattiamo».
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