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PALMI (RC) – Il figlio del boss della cosca Pesce, Francesco Pesce, di 28 anni, frequentava un club privato per scambio di coppie a Milano dove, nel 2006, fu picchiato da un cliente. Il particolare è emerso stamane nel corso del processo ai componenti della cosca della ‘ndrangheta dei Pesce in corso davanti ai giudici del tribunale di Palmi. Stamane sono stati sentiti nel processo il presidente ed un socio del club privato di Milano. Rispondendo alle domande del pubblico ministero, Alessandra Cerreti, il presidente del club ha detto di non ricordare l’episodio che aveva visto protagonista Francesco Pesce, fratello della collaboratrice di giustizia Giuseppina. Al termine dell’interrogatorio il Pm ha chiesto la trasmissione degli atti alla Procura per il reato di falsa testimonianza. Il socio del club, invece, ha ricostruito l’episodio ed ha riconosciuto Francesco Pesce quale protagonista della vicenda. Nel 2006 Pesce si recò nel club con un suo amico, Andrea Fortugno. Durante la serata Pesce fu aggredito e picchiato da uno dei clienti del club perchè c’era stato il furto di 300 euro. Pesce e Fortugno si allontanarono da club e, dopo aver trovato altri amici, tornarono nel locale per cercare di rintracciare il cliente che aveva picchiato il figlio del boss. L’uomo non fu rintracciato e Pesce, secondo l’accusa, si scagliò contro il presidente del club privato. La vicenda era già emersa nel corso delle indagini preliminari attraverso le intercettazioni ambientali fatte dalla Dda di Reggio Calabria nell’automobile di Pesce. Al termine dell’udienza il processo è stato aggiornato al 14 dicembre quando saranno sentiti alcuni periti che dovranno riferire sulle intercettazioni telefoniche. Da metà gennaio è previsto, invece, l’inizio della requisitoria da parte del pubblico ministero.
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