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GIOIA TAURO (RC) – Una decina di dipendenti sospesi della società pubblico-privata Piana Ambiente, che si occupava fino a qualche mese fa della raccolta dei rifiuti solidi urbani nella Piana di Gioia Tauro, sono saliti stamani su un palazzo in costruzione vicino alla sede della società e minacciano di buttarsi se i sindaci della zona non decideranno subito sul loro futuro. Sul posto sono intervenuti polizia e carabinieri ma quando alcuni militari dell’Arma hanno provato a salire per dissuadere i manifestanti, dal tetto è stato scagliato giù un mattone che ha danneggiato un’auto dei carabinieri. E’ dovuta intervenire anche un’ambulanza perché uno degli operai che soffre di problemi cardiaci ha avvertito un malore. I vigili del fuoco hanno presidiato dal basso pronti a intervenire.
Nella serata gli operai hanno deciso di fermare la protesta scendendo dal tetto a seguito della sottoscrizione da parte dei sindaci dell’area di un verbale con cui hanno assunto l’impegno di indire dei bandi per completare le procedure di affidamento del servizio di raccolta dei rifiuti entro la fine dell’anno ed impegnandosi anche ad inserire una clausola, da fare recepire alle società che si aggiudicheranno gli appalti, che preveda il riassorbimento dei lavoratori di Piana Ambiente
IL BLOCCO DEL TRAFFICO – Una trentina di dipendenti avevano inscenato in precedenza un sit-in di protesta davanti alla sede di Piana Ambiente. Poi la decisione di una decina di loro di salire sul tetto dell’edificio. E’ stata anche bloccata la strada che collega il centro di Gioia Tauro con lo svincolo dell’A3. Il traffico da e per la Salerno-Reggio Calabria è stato deviato per consentire agli automobilisti di poter raggiungere lo svincolo e i paesi dell’interno.
LA SITUAZIONE DELL’AZIENDA – Il 31 dicembre è divenuto la data simbolo per i 90 operai ex Piana Ambiente. Da quel giorno, infatti, i lavoratori cesseranno di avere i requisiti per accedere alla cassa integrazione in deroga dalla Regione divenendo, pertanto, disoccupati a tutti gli effetti. All’incubo di rimanere senza lavoro e salario, si aggiunge la rabbia per i tanti stipendi arretrati e i sussidi non percepiti da giugno scorso. Una situazione che sta diventando sempre più esplosiva, soprattutto perchè dopo la messa in liquidazione della società mista, a maggioranza di capitale pubblico, i comuni della Piana di Gioia Tauro (azionisti e colpevoli del fallimento della società) non sono riusciti a mettere in piedi un nuovo soggetto che avrebbe potuto riassorbire i lavoratori messi in cassa integrazione di Piana Ambiente. Una protesta, quindi, rivolta soprattutto contro i sindaci del territorio che da mesi, e nonostante l’intervento del prefetto di Reggio Calabria Vittorio Piscitelli, non sono riesciti a trovare la quadra e dare certezza agli operai. I tavoli in prefettura convocati negli ultimi mesi, non hanno prodotto risultati e il 31 dicembre si avvicina inesorabile.
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