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COSENZA – Dopo l’apnea dei mesi scorsi, arriva la boccata d’ossigeno: quella che potranno respirare le case famiglia della provincia di Cosenza dopo l’incontro di ieri mattina con l’assessore comunale al Bilancio, Luciano Vigna. Che s’impegna a versare le rette arretrate entro il 30 novembre e la seconda tranche del 2012, accreditata dalla Regione il 9 novembre scorso, entro il 31 dicembre.
L’importo complessivo delle rette pregresse sono di 500.000 euro, mentre l’ultimo accredito della Regione (che, a quanto pare, il Comune di Cosenza non ha ancora ricevuto) ammonta a 552.000 euro. Un accredito annunciato dalla Regione con una lettera datata 18 settembre e mai arrivato a destinazione.
«L’assessore Vigna si è anche impegnato – spiega Gianni Romeo, coordinatore provinciale delle case famiglia – a versare per intero le somme a noi destinate, mentre in passato è stata impegnata parte delle risorse per altre voci di bilancio».
«Da parte nostra – continua Romeo – abbiamo sollecitato il Comune a fare le partite di giro in maniera più veloce e la Regione ad attuare la delibera del 2009 che prevede l’aumento delle rette». I minori ospiti delle case famiglia dipendono, infatti, da una retta di 30 euro, al giorno e a persona, che la Regione versa ai Comuni e questi alle associazioni. È la retta «più bassa d’Italia», sottolinea Romeo, quella destinata ai ragazzi cosentini abbandonati o abusati, con genitori tossicodipendenti o in carcere. Con una situazione familiare spesso disastrosa. La delibera regionale citata da Romeo prevede l’aumento della retta da 30 a 50 euro. «Ma dopo il 2009 non è stata più applicata – spiega – nè la Regione l’ha revocata». Tanto che un gruppo di case famiglia per ragazze madri l’ha impugnata, ottenendo dal giudice un atto ingiuntivo nei confronti della Regione.
«Durante un incontro di settembre – ricorda Romeo – Scopelliti aveva proposto un contributo entro il 2012 per compensare la mancata applicazione della delibera e l’impegno ad applicarla dal 1 gennaio 2013 in cambio della rinuncia ad azioni legali».
«Ma ho saputo da un dirigente regionale – continua Romeo – che Scopelliti si è impegnato solo per le case famiglia per ragazze madri e non per le altre. Abbiamo chiesto un incontro per discutere della vicenda. E chiediamo, inoltre, che la Regione paghi le rette direttamente a noi, senza passare dai Comuni».
I minori ospitati nelle strutture della provincia di Cosenza sono un migliaio, divisi tra 27 case famiglia, 59 centri diurni (che offrono un’assistenza più “leggera”, accogliendo bambini e ragazzi nel pomeriggio per poi restituirli alle famiglie la sera) e 7 gruppi appartamento, che ospitano i minori con problemi di giustizia, come forma alternativa alla detenzione. Solo su Cosenza, le strutture sono sette, con circa 2.000 operatori.
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