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QUESTA volta, probabilmente, non basteranno più solo le pubbliche scuse, così come accadde in consiglio comunale lo scorso anno in occasione dell’approvazione da parte dell’aula di Palazzo Luigi Razza del Conto consuntivo del 2010. Documento licenziato, poi, con un disavanzo di amministrazione che arrivava quasi ai cinque milioni di euro. In quella circostanza – lo ricordiamo ancora una volta – l’assessore comunale alle Finanze Giuseppe Scianò non mancò, nel corso del suo intervento, di chiedere «scusa» alla sua maggioranza e alle forze di opposizione consiliare, e indirettamente anche e soprattutto ai cittadini vibonesi, per via dei numerosi errori contabili commessi in fase di stesura del Bilancio di previsione del 2010 (l’assessore sbagliò e di molto a calcolare le voci di entrata) che costarono all’ente l’enorme buco di bilancio con il quale venne successivamente chiuso il consuntivo del 2011 (testo che riguarda proprio la gestione contabile dell’anno precedente). E che ancora oggi l’ente si trascina dietro come una sorta di peccato originario quando si tira la linea finale di qualsiasi testo contabile. Che sia questo di previsione o consuntivo, di riequilibrio o assestamento.
Adesso, dicevamo, le scuse potrebbero non bastare più. Sì, perché, verosimilmente, questa volta l’assessore Scianò potrebbe chiedere addirittura perdono ai cittadini vibonesi per non avere detto lo scorso settembre in aula, così come sollecitato dal gruppo consiliare del Pd con una apposita interrogazione scritta, a quanto ammontava la somma prelevata dalle casse dei Fondi vincolati. Risorse, queste, destinate esclusivamente a progetti di sviluppo urbano e, invece, liberamente sottratti, con il lascia passare proprio di Scianò, dagli attuali vertici di Palazzo Razza (ma qualcosa era stata prelevata anche dalle precedenti amministrazioni) per fare fronte alla oramai incontrollata spesa del Comune priva di un adeguato timone: stipendi da pagare a fine mese, mutui da onorare, consulenze esterne da rispettare a iosa, staff del sindaco da saldare ogni 30 giorni, lavori pubblici in corso senza risorse e tanto altro ancora. Il tutto, però, mentre l’assessore aumenta i tributi, taglia i servizi (e quelli rimasti sono pessimi: acqua e raccolta rifiuti) e fa salire l’aliquota Imu sulla seconda casa quasi al massimo in nome del rigore e del risanamento dei conti. E i cittadini pagano. Sempre.
In ogni caso durante quel consiglio comunale Scianò non aprì bocca. Non disse nulla circa l’utilizzo dei Fondi vincolati. Una posizione che, peraltro, costò all’interessato le accuse dei consiglieri dei Democrat.
Ma a Scianò gli è andata male. Il Quotidiano è, infatti, entrato in possesso della corrispondenza intercorsa tra il primo cittadino e il prefetto Michele Di Bari. Proprio quest’ultimo, infatti, subito dopo il sorprendente, e per certi aspetti incomprensibile, silenzio da parte del titolare del Bilancio ha preso carta e penna ed ha chiesto in merito alla vicenda immediatamente lumi al sindaco, era il 28 settembre scorso. E D’Agostino, suo malgrado, è stato costretto a metterlo al corrente. Per iscritto, naturalmente. Di Bari è stato, quindi, informato lo scorso 10 ottobre di come stavano esattamente le cose tramite una lettera integrata con una analitica relazione da parte del Collegio dei revisori dei conti sui Fondi vincolati. E questa volta hanno dovuto dire tutti la verità. Disastroso l’esito dei conti eseguito dal presidente del Collegio Enrico Mignolo con l’ausilio di Giuseppe Grillo e Annunziato Gattuso. Sapete allora a quanto ammonta la cifra che l’amministrazione comunale dovrà rimettere nel forziere dei Fondi vincolati? Ve lo diciamo noi: 18 milioni e 852mila euro. Cifra che se sommata al buco di bilancio di quasi quattro milioni di euro (nel 2011 il disavanzo è stato leggermente ridotto) arriva a toccare i 22 milioni. Ecco perché Scianò è rimasto in consiglio comunale senza parole. Non c’era, infatti, nulla da dire. Davvero troppo l’imbarazzo per avere consentito l’utilizzo di quelle risorse economiche che ha portato ad una voragine finanziaria ormai insostenibile per l’ente. E tutto ciò accade mentre nel contempo Scianò chiede sacrifici da lacrime e sangue ai cittadini vibonesi con manovre finanziarie pesantissime per le tasche degli ignari contribuenti.
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