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COSENZA – «Apprendiamo con interesse da un comunicato diramato dall’Amministrazione Provinciale di Cosenza che, a breve, il palazzo della stessa provincia ospiterà l’enoteca regionale. Il Presidente Oliverio dichiara infatti di puntare alla valorizzazione dei vini prodotti nel Cosentino ed in Calabria, obiettivo che condividiamo in pieno, tant’è vero che coincide con le finalità previste dalla legge regionale n. 1 del 10.02.2011, con cui la Regione Calabria ha disciplinato l’istituzione dell’Enoteca regionale «Casa dei vini di Calabria». Un piccolo dettaglio però fa sorgere più di qualche perplessità: l’Enoteca regionale «Casa dei vini di Calabria» è in fase di costituzione e in base alla normativa avrà sede legale nell’area del Cirotano e sede per l’innovazione tecnologica a Lamezia Terme. Non è previsto che vi sia una sede a Cosenza». Lo afferma, in un comunicato stampa, Gregorio Mungari Cotruzzolà, presidente del consiglio di amministrazione dell’Enoteca regionale. «A ciò va aggiunto – dice Mungari Cotruzzolà – che esiste ed è operativo il consiglio di amministrazione dell’enoteca regionale della Calabria, nominato lo scorso mese di aprile. Tale organo, a seguito del decreto del dirigente generale del Dipartimento Agricoltura n. 1120 del 4 settembre 2012, con cui è stato definito l’impegno di spesa per il sostenimento dei costi di inizio attività, ha inoltre avviato un’intensa opera di contatto dei soggetti che potranno costituire la base associativa. In tale direzione si sono avuti colloqui con le amministrazioni provinciali di Catanzaro, Reggio Calabria e Crotone; con le Camere di Commercio di Catanzaro, Reggio Calabria e Crotone; con Unioncamere Calabria, i comuni di Cirò, Cirò Marina e Lamezia Terme; il Consorzio di Tutela vini doc Cirò e Melissa; con Copagri Calabria, Confagricoltura Calabria, AIS Calabria, Onav Calabria; ed infine una serie di operatori viti-vinicoli distribuiti nel territorio. Dai colloqui sinora avuti – è scritto ancora – è emersa la disponibilità degli interlocutori a sostenere la costituzione dell’enoteca regionale, ed in tal senso l’obiettivo è giungere alla convocazione dell’assemblea costitutiva nelle prossime settimane. Si è condivisa inoltre l’opportunità di convogliare gli sforzi per sostenere la promozione del vino calabrese attraverso un soggetto, l’enoteca regionale, che riesca a massimizzare i risultati per gli operatori attraverso azioni coordinate in grado di superare i limiti derivanti dalla frammentazione delle iniziative». Mungari sottolinea che «questa fase preparatoria è tuttora in progress ed infatti sono stati attivati contatti con altri attori e con le restanti Camere di Commercio e Province, non ultima quella di Cosenza cui è stato chiesto un incontro proprio lo scorso 24 ottobre e che è stato sollecitato il 26 con un contatto telefonico cui non è seguito finora alcun riscontro. Non può che sorprendere dunque che l’amministrazione provinciale di Cosenza abbia avviato la realizzazione di una propria enoteca regionale, quando questa è prevista dalla regione di cui è parte. E per giunta ciò avviene proprio nel momento in cui l’iniziativa regionale è in fase costitutiva, con la consultazione di numerosi enti e associazioni che hanno già manifestato interesse all’adesione. Come già avvenuto in altri contesti, la nascita di un’enoteca provinciale non è di per sè in antitesi con il disegno del legislatore regionale. A riprova di ciò il presidente Raffa della Provincia di Reggio Calabria durante un recente incontro ha salutato con piacere la nascita della struttura regionale cui intenderebbe collegare la programmata creazione di un’enoteca provinciale, così da sviluppare utili sinergie». Per Mungari, «appare quanto meno velleitario ed intempestivo che il Presidente Oliverio comunichi urbi et orbi la creazione di una propria enoteca regionale. Probabilmente l’intervento è basato su una carente informazione del contesto, perchè altrimenti sarebbe difficilmente comprensibile come, in un periodo di contrazione delle risorse economiche, ogni ente possa pensare di dar vita ad un’enoteca regionale su misura. Assisteremmo ad un’inutile spreco di mezzi ed energie, verrebbe meno la credibilità delle iniziative e magari non solo ogni provincia, ma anche ogni comune, circoscrizione, quartiere o condominio vorrà avere la propria vetrina regionale. E ciò con buona pace delle regole del marketing e della sana gestione del denaro pubblico. L’auspicio è che si abbia il buon senso di unire le forze per sostenere gli imprenditori calabresi nell’affrontare in modo efficace le sfide poste dal mercato, dove ci si confronta con concorrenti lontani e ben strutturati. Dove la riconoscibilità di un territorio è l’elemento di forza in grado di fare la differenza. E ciò si può ottenere soltanto grazie ad un lavoro costante, programmato e duraturo. Interventi discontinui e marginali – conclude – sono destinati a produrre risultati inadeguati e non rispondenti alle legittime aspettative degli operatori».
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