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È avvocato e chansonnier. Come Paolo Conte, si parva licet. Solo che Peppe Fonte, avviato verso il mezzo secolo di vita, è ormai diventato grande. Si è lanciato a corpo libero nel mondo della musica, non proprio come Felix Baumgartner dallo spazio, ma insomma… L’uscita del suo secondo album “Secondo me è l’una” segna una decisa accelerazione da parte del cantautore catanzarese verso una presa di coscienza piena nei confronti dell’impegno di musicista. Il primo disco di Fonte dal titolo “Quello che ti dirò”, risalente al 2008, era frutto di una scommessa tra amici. L’ultimo lavoro, apparso qualche mese fa per Odd Times Records/Egea, rappresenta uno sforzo produttivo all’insegna di una svolta. Maggiore convinzione, niente più timidezza da dopo-lavoro, la musica non permette riserve. Sforzo premiato, a quanto sembra. Peppe Fonte, “sponsorizzato” dal Premio Bindi, si appresta a una serie di concerti in tutta Italia. Il ponte tra ottobre e novembre lo vedrà in Calabria per tre date. Il 31 ottobre nella natìa Catanzaro, alla quale ha dedicato uno dei brani portanti del nuovo disco, “La città di Eolo”; il 1 novembre a Cassano Jonio e il giorno seguente a Villa San Giovanni. In tutti i concerti sarà accompagnato, in duo, da Armando Corsi, il grande chitarrista genovese in passato al fianco di Ivano Fossati e Paco De Lucia. Il tour del 46enne Fonte culminerà nella partecipazione a una giornata organizzata dal Premio Tenco il 17 novembre, tra Sanremo e Imperia, presentata da Daniele Silvestri, alla quale prenderanno parte tra gli altri cantautori emergenti come Dimartino e Dino Fumaretto. L’essere finito nei radar dell’accademia d’autore targata “Tenco” rappresenta per Fonte ulteriore riconoscimento a una scrittura e a un’ispirazione assai sentite, mai scontate, vissute in prima persona. Il disco contiene canzone d’autore ibridata con tango, musica nera; gli arrangiamenti sono del pianista e maestro romano Riccardo Biseo, il quale, come scrive nelle note di copertina Pino Pavone, “accompagnano un figlio discolo verso la soglia di una disperata salvezza”. I testi, letterari, parlano di solitudine e passaggi personali, amore, calcio, conflitti dell’anima, sogni e illusioni. Influenzato e folgorato da un maestro maledetto come Piero Ciampi, conosciuto personalmente negli anni dell’adolescenza per amicizie di famiglia, Fonte è diventato penalista per diktat paterni, senza mai riuscire a dimenticare la musica. E oggi è qui, su e giù per i palchi, a dimostrazione che un talento sincero non può essere soffocato.

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