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CATANZARO – In una Calabria stremata dalla crisi, calano le ore di lavoro ma non accennano a diminuire gli incidenti mortali, anzi. Da gennaio a settembre di quest’anno sono stati ben 23, pari al numero di lavoratori che hanno perso la vita nel corso di tutto il 2011. A guidare questa triste classifica è Reggio Calabria, con 14 morti sul lavoro, a seguire Cosenza con 4, Catanzaro e Crotone con 2 e Vibo con uno.
I dati dell’Inail parlano chiaro così come non si nasconde dietro ad un dito Oreste Tofani, presidente della commissione d’inchiesta del Senato sul fenomeno degli infortuni sul lavoro, che stamattina ha tenuto una conferenza stampa nella prefettura di Catanzaro, dopo aver presieduto una serie di audizioni con soggetti istituzionali e sociali competenti per la tutela della salute e della sicurezza sul lavoro. “La nostra presenza qui – ha detto Tofani, affiancato dalle senatrici Dorina Bianchi e Angela Maraventano – non è legata a motivazioni particolari ma ad un’attività d’indagine che stiamo svolgendo in tutta Italia per comprendere gli effetti della nuova normativa sui territori. Dai dati emerge che, nel periodo 2007-2011, gli infortuni sul lavoro in Calabria sono diminuiti del 17,4 per cento mentre gli incidenti mortali sono scesi del 34,3%, ma il dato relativo al 2012, tuttavia, non è positivo: da gennaio a settembre i decessi sono stati già 23”.
Altro aspetto evidenziato dal senatore Tofani è che, nella regione, buona parte degli incidenti mortali si verificano “in itinere”, cioè nel corso degli spostamenti da e verso il luogo di lavoro o in attività di movimento. “Emerge – ha continuato Tofani – un problema di sicurezza delle strade che va affrontato e i rappresentanti della Regione che abbiamo riscontrato hanno manifestato la disponibilità ad intervenire. Nel 2011, su 23 incidenti, 7 sono stati durante questi spostamenti, un numero che è salito a 11 quest’anno”.
Nel complesso, da gennaio a settembre, gli infortuni sul lavoro sono stati 8.013, di cui 2.867 in provincia di Cosenza, 1.989 in quella di Catanzaro, 1.866 a Reggio Calabria, 706 a Vibo Valentia e 585 a Crotone. Nel 2011, invece, le morti bianche sono state 23, di cui 16 durante attività lavorative e 7 “in itinere”, mentre gli infortuni in totale sono stati 11.940, di cui 8.315 hanno interessato uomini e 3.625 donne. Il settore più pericoloso è stato quello dell’industria e dei servizi con 17 incidenti mortali e 9.755 infortuni, seguito dall’agricoltura con 4 decessi e 1.118 infortuni sul lavoro.
In aumento anche le malattie professionali, con 1.422 casi denunciati nel 2011 rispetto ai 1.231 del 2010. In particolare, crescono le malattie osteo-articolari e muscolo-tendinee mentre risultano in calo i casi di tumore (21 casi denunciati nel 2011 contro i 27 del 2010 e i 34 del 2009).
Stamattina la commissione ha incontrato la vicepresidente della Regione Calabria Antonella Stasi e l’assessore regionale al Lavoro, Francescantonio Stillitani, in virtù del fatto che alla Regione sono stati assegnati importanti funzioni di controllo e programmazione in materia di contrasto e prevenzione degli incidenti sul lavoro. “La Regione – ha detto Tofani – ha istituito il comitato di coordinamento regionale e sta accelerando su quest’attività”. Le audizioni sono proseguite con il procuratore generale presso la Corte di Appello di Catanzaro, Santi Consolo, il sostituto procuratore generale presso la Corte di Appello di Reggio Calabria Concezio Arcadi, il direttore regionale Inail Mario Lo Polito, il direttore regionale del Lavoro Francesco Bolignano, il comandante regionale del Comando Legione Carabinieri Calabria, Adelmo Lusi, il direttore Regionale Vigili del Fuoco Claudio De Angelis. In prefettura anchei rappresentanti delle organizzazioni sindacali e imprenditoriali dei vari settori.
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