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REGGIO CALABRIA – Il magistrato Giancarlo Giusti non avrebbe avuto la minima intenzione di togliersi la vita. Almeno questo è ciò che traspare dalle ultime ore di quel 28 settembre all’interno della sua cella al carcere milanese di “Opera”. Il giorno prima aveva incassato, in abbreviato, una condanna a quattro anni per corruzione aggravata dalla finalità mafiosa nell’ambito dell’inchiesta “Infinito” della Dda di Milano, quella sulla famiglia Valle-Lampada.
Alle ore 16.30 circa alla sezione K, dove è detenuto, i sindacati della polizia penitenziaria comunicano che un detenuto ha tentato di suicidarsi. Forse con i lacci del pantalone, forse con il cordone dell’accappatoio. Prima, erroneamente, vengono diffuse le generalità del magistrato Vincenzo Giglio (altro arrestato dell’inchiesta), poi successivamente quelle di Giancarlo Giusti. L’ex gip di Palmi viene trasferito all’ospedale San Paolo di Milano, dove tuttora si trova in coma farmacologico. E’ grave, ma non corre pericoli di vita. Un’ora dopo l’accaduto dal carcere partono due fax: uno indirizzato al suo difensore Paolo Carnuccio, l’altro alla sua ex moglie, Teresa Puntillo (in un primo momento era lei il suo legale). Alle 17.25 a Carnuccio scrive di vedersi al più presto per «strategie future», quelle difensive, e poi: «Devo vedere i figli o posso morire».
Due minuti dopo quella comunicazione (alle ore 17.27) a Carnuccio dal carcere ne viene inviata una seconda. «Saranno mesi lunghi ma vincerò, mi serve il contatto con i figli per poter resistere» scrive tra l’altro all’ex moglie. E fissa l’appuntamento: 6 ottobre, sabato prossimo insomma. Anche in questo fax nessuna minaccia di farla finita.
L’ex moglie di Giusti intanto in un lungo colloquio col Quotidiano racconta tra l’altro: «Non ho mai negato di fargli vedere i figli – racconta a cuore aperto Teresa Puntillo – anche quando aveva l’autorizzazione di chiamare ha parlato con i suoi figli nella casa estiva di Siderno. Non credo che quel gesto sia da collegare al fatto che non gli facevo vedere i figli. Questa è una grande assurdità». E aggiunge: «Nonostante tutto sono legata affettivamente a lui».
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