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DOPO la grande paura tra lunedì e martedì, lo sciame sismico sul Pollino continua, ma con due scosse di più lieve entità. Nella notte di mercoledì, alle 0.43 e alle 2.46 si sono registrati due fenomeni sismici che però non hanno superato la magnitudo 2.5.
Ben più significativo quello che era successo il giorno prima: 10,44 di lunedì alle 12,31 di martedì il Pollino è stato scosso da tredici scosse di terremoto, dodici delle quali in appena 14 ore. E nella zona, racconta il sindaco di Mormanno, Guglielmo Armentano, si vive ormai «un grave stato di disagio, accompagnato da panico e apprensione da parte dei cittadini e dalla modifica del loro stile di vita, tanto che in molti preferiscono trascorrere le notti in auto».
Il primo cittadino ha scritto al Dipartimento nazionale della Protezione civile ed al presidente della Regione Calabria, Scopelliti, spiegando che «anche se, al momento, non sono stati registrati danni visibili in ogni caso resta la massima allerta verso questo fenomeno imprevedibile e difficilmente gestibile». Il sindaco di Mormanno chiede al capo della Protezione civile «di convocare la Commissione Grandi Rischi per esaminare la situazione e porre in essere ogni utile azione che la gravità del caso richiede. È necessario, inoltre, potenziare, con ulteriore strumentazione, il monitoraggio del fenomeno da parte dei tecnici dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, già attivi da tempo sul nostro territorio».
Al sindaco Armentano è poi arrivata la telefonata del sottosegretario regionale alla Protezione civile, Franco Torchia, che ha ricordato «tutte le iniziative che la Protezione civile regionale, d’intesa con il Dipartimento, ha attivato nell’Area del Pollino» e si è dichiarato «disponibile a qualsiasi tipo di ulteriore iniziativa».
Proprio Mormanno, nella notte scorsa, è uno dei comuni più colpiti dallo sciame sismico che in un anno ha fatto registrare più di 600 eventi. E nella notte scorsa, molta gente è fuggita in strada anche Laino Borgo e Laino Castello, in provincia di Cosenza, oltre a Rotonda, in provincia di Potenza, quando le scosse hanno raggiunto un picco di magnitudo 3.6.
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